Artigianato in Abruzzo, crollo negli ultimi 10 anni: spariti 10.735 artigiani. Sempre meno idraulici, elettricisti, falegnami e meccanici: vengono meno le imprese legate alla manualità
Negli ultimi 10 anni il numero degli artigiani in Italia ha subito un crollo verticale di quasi 400mila unità: se nel 2014 ne contavamo 1,77 milioni, l’anno scorso la platea è scesa a 1,37 milioni (-22%), il che significa che in due lustri quasi un artigiano su quattro ha gettato la spugna. La denuncia viene dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), su dati Inps e Infocamere/Movimprese.
In Abruzzo la situazione è la medesima. Fabrizio Vianale di Confartigianato chiede una inversione di tendenza, sempre meno gli artigiani e si rischia di compromettere il Pil della regione.
Non tutti i settori artigiani tuttavia hanno subito la crisi: quelli del benessere e dell’informatica presentano dati in controtendenza. Aumentano gli acconciatori, gli estetisti e i tatuatori; in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell’alimentare, con risultati positivi per le gelaterie, le gastronomie e le pizzerie per asporto, in particolare nelle città ad alta vocazione turistica.