Omicidio Alessandro Neri: le indagini ad un mese dalla tragedia

A che punto sono le indagini ad un mese dal ritrovamento del corpo di Alessandro Neri a Fosso Vallelunga? Passi avanti piccoli ma significativi, una pista prevalente, ma ancora lontani dal nome dell’assassino.

La madre del giovane italo-venezuelano ucciso con due colpi di pistola lunedì 5 marzo e il cui cadavere é stato trovato giovedì 8 marzo, continua a lanciare appelli, in città a Pescara, affissi diversi manifesti con la foto del giovane e la scritta “Verità per Ale”. Segnali inequivocabili di chi spera che ci sia in giro qualcuno che sa e non ancora dice, ed intanto sotto traccia, gli inquirenti continuano a svolgere il loro lavoro. Il Nucleo investigativo dei carabinieri supportato dagli specialisti del Ris sotto il coordinamento del Pm Valentina D’Agostino, prosegue la sua attività a 360 gradi. Abbandonate quasi del tutto le piste sulla presunta faida famigliare, e su un certo ambiente legato allo spaccio e alla detenzione di droga, resta sempre più viva l’ipotesi di un fortuito legame con una certa malavita a Pescara. Usiamo il termine fortuito perché Alessandro Neri non aveva nulla a che fare con certi personaggi, molto più probabile che si sia trovato, suo malgrado, di fronte ad una vicenda scomoda per lui, talmente scomoda da indurre qualcuno a farlo uscire tragicamente di scena. In passato abbiamo riferito di affari sotto traccia legati alla compravendita di beni da internet, ma soprattutto dalle aste giudiziarie, gli agenti della Guardia di Finanza, a supporto dei carabinieri, stanno facendo dettagliate verifiche, in correlazione con gli accertamenti degli esperti sulla memoria del computer della vittima. Parallelamente, proprio in questi giorni, altri esperti del Reparto Investigativo Scientifico dei Carabinieri, stanno passando al setaccio il sistema Gps della 500 di Neri, quella che, con molta probabilità, il suo assassino o un complice, hanno prima tentato di ripulire da ogni minima traccia e poi hanno parcheggiato tra martedì e mercoledì, quindi quando Alessandro era già morto, in Via Mazzini nel tentativo, forse, di depistare le indagini ed allungare i tempi delle ricerche che in quelle ore si stavano facendo sempre più intense.

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