Univaq: no alla DAD e gli studenti polemizzano. Storie e disagi

Ieri si è riunito il Senato Accademico dell’Univaq e sono state discusse le proposte sulla DAD, sulla didattica mista e sullo screening, proposte dall’Udu. Univaq dice no: le lezioni e gli esami saranno solo in presenza (ad eccezione delle categorie aventi già diritto alla DAD e agli studenti fragili o con disabilità, in quarantena o a studenti internazionali)

Riceviamo da un gruppo di studenti e pubblichiamo.

“Al momento non intende neanche discutere di garantire la DAD, per il secondo semestre, alle studentesse e agli studenti fragili, ai lavoratori o agli studenti genitori.” Questo è quanto riportato sulla pagina ufficiale di Udu L’Aquila. Doccia fredda per gli studenti che, visto l’impennarsi della curva pandemica, si sarebbero aspettati almeno la possibilità di scelta. Nonostante lo Stato di Emergenza prorogato fino al 31 Marzo 2022, per la sessione invernale, l’università dell’Aquila sceglie la presenza. Tante sono le perplessità legate alla scelta, che non tiene conto di innumerevoli problematiche: oltre al forte rischio al quale sono esposti gli studenti nel raggiungere l’ateneo per lo svolgimento delle prove d’esame, c’è da considerare anche la mancata certificazione in caso di isolamento o quarantena fiduciaria, i tempi di attesa dei tamponi ed i costi legati agli spostamenti dei fuorisede. La modalità mista sembra agli studenti la scelta più adeguata perché permette a chi ha volontà e possibilità l’opzione della presenza e garantisce lo stesso diritto allo studio a chi invece si trova in difficoltà, per ragioni che possono essere legate alla situazione economica, sociale o psicologica”.

“Ho ridotto la mia vita sociale quasi al nulla per tutelare me e le persone che mi stanno accanto e adesso l’idea di trovarmi in un ambiente non familiare e potenzialmente a rischio, mi mette a disagio” dice una studentessa al IV anno di Scienze della Formazione Primaria. Aggiunge una ragazza dello stesso corso: “Penso sia l’unico ateneo a continuare su questa linea. L’Università
di Teramo farà tutto in mista, lasciando lo studente libero di scegliere e tenendo in considerazione tutte le situazioni che si possono creare, legate al covid”. “Durante la pandemia i miei genitori hanno perso il lavoro e per questo sono dovuta tornare a vivere con
loro. Non rientro in nessuna delle categorie aventi diritto alla DAD e l’obbligo di presenza mi costringe oltre che ad un viaggio di ore anche a dover sostenere delle spese che non posso affrontare”. Queste sono alcune delle reazioni avute dagli studenti dopo che Univaq non ha accettato le richieste presentate dall’Udu. In più pochi giorni fa, in vista della ripresa delle attività, il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha inviato una nota a tutti gli atenei, in merito alla possibilità di tenere esami e lauree a distanza. Considerando quanto riportato nell’articolo 34 della Costituzione “I capaci e meritevoli (ed io aggiungerei i volenterosi), anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, gli studenti sperano in una celere modifica della scelta presa da Univaq.

Barbara Orsini: