Questione energetica: soluzioni concrete nel breve periodo

“La questione energetica che ci sta di fronte ha bisogno di soluzioni concrete realizzabili nel breve periodo. Partendo dal fatto, imprescindibile, che l’Europa con il PNRR ha messo a disposizione del nostro paese cospicui finanziamenti a favore delle energie rinnovabili, ho provato di seguito a sintetizzare alcune idee per un programma minimo di azione a livello locale su questo tema”.  La segnalazione che ci giunge è a firma di Tommaso Di Biase  responsabile “Territorio, Ambiente e Città” del PD Prov. di Pescara

 

  • Idroelettrico: la produzione di energia idroelettrica nella nostra regione è rilevante, la prima azione da realizzare è l’efficientamento e l’innovazione tecnologica degli impianti esistenti che porterebbe ad una crescita di oltre il 30% dell’attuale produzione. Una seconda importante azione è quella di realizzare mini centrali idroelettriche diffuse sugli acquedotti esistenti e sulla rete dei canali di irrigazione. Una soluzione per produrre energia a basso impatto ambientale e che utilizza infrastrutture esistenti, realizzabile in tempi brevi e senza particolari procedure autorizzative; Una seconda importante azione è quella di individuare, tra gli utilizzi attuali delle risorse idriche (irriguo, acquedottistico, industriale, etc), le configurazioni tecniche che ne consentano contemporaneamente anche l’utilizzo idroelettrico. Tali applicazioni, che prevedono l’utilizzo di acque già derivate e concesse, porterebbero ad un co-uso intelligente e ad un’immagine di acuta sostenibilità. In un momento storico in cui l’acqua pulita rappresenta una risorsa sempre più preziosa sarebbe ambizioso concentrare gli sforzi anche su un’applicazione ancora poco diffusa, che prevede la produzione di energia idroelettrica dalle acque reflue, in prossimità di collettori fognari e depuratori consortili;

 

  • Sul tema dell’idroelettrico in Abruzzo (come in tutto il paese) andrebbe fatta un’inchiesta giornalistica sulle concessioni in scadenza e prossime al rinnovo, sui canoni insignificanti delle stesse concessioni, sui costi di produzione dell’energia e sui prezzi di vendita più che quadruplicati. E’ noto che in Abruzzo, da fonti governative (GSE), nel 2012 la potenza installata (nominale) degli impianti idroelettrici ammontava a circa 362 Megawatt, mentre la potenza producibile dagli stessi impianti si attestava intorno a 1 Gigawatt (1.000 Megawatt), ovvero più di tre volte quella nominale. Qual è la situazione oggi?

 

  • Fotovoltaico: in questo settore è possibile fare scelte ampie e diversificate, da quelle diffuse e capillari relative a tetti, pareti ed infissi di edifici pubblici e privati, (applicazioni finalizzate principalmente all’autoproduzione) anche con l’attivazione di comunità energetiche ovunque possibile, a quelle di sistema relative all’uso appropriato di infrastrutture come le autostrade o alla realizzazione di impianti orizzontali galleggianti su laghi e invasi naturali e artificiali altamente produttivi.
  • E’ possibile inoltre studiare impianti di agro-fotovoltaico che consentono di produrre sullo stesso terreno sia energia che prodotti agricoli, in Abruzzo l’estesa pianura del fucino si presta ad un approfondimento di un tale sistema;
  • Non si capisce perché Ferrovie dello Stato non ha ancora trasformato l’enorme facciata vetrata della stazione centrale, esposta a sud-ovest, in parete fotovoltaica, e perché non ha ancora realizzato impianti sulle coperture della stessa stazione nonché sugli spazi di ingombro della stazione di Portanuova. Inoltre, non si conoscono i progetti del Comune di Pescara in questo ambito e, per fare un altro esempio comprensibile, non si capisce cosa sta aspettando T.U.A. a realizzare un impianto fotovoltaico sulle grandi coperture dei suoi depositi, non solo a Pescara. Può essere interessante per gli enti politici e territoriali promuovere sinergie tra gli operatori che possiedono il know out tecnico con le società che finora non hanno sentito l’esigenza di autoprodurre la propria energia, poiché concentrati su business differenti.

  • La realizzazione di impianti fotovoltaici o eolici è stata spesso occasione di estenuanti conflitti, soprattutto sulle scelte localizzative, anche per la particolare morfologia del nostro paese, per il paesaggio e i beni culturali diffusi nel suo territorio, perciò, se da un lato è necessario semplificare le procedure autorizzative (come si sta già facendo) dall’altro è necessario il coinvolgimento responsabile delle popolazioni soprattutto attraverso lo sviluppo delle comunità energetiche perché, costruire un parco eolico che fornisce fisicamente energia alle comunità locali, può rappresentare uno stimolo coinvolgente di sostenibilità ambientale, intuibile da tutti gli strati culturali della popolazione.

 

  • Eolico: come per l’idroelettrico, la prima azione da fare in questo settore è quella dell’efficientamento e dell’innovazione degli impianti esistenti, sostituendo gli aerogeneratori più datati con macchine moderne e performanti, in grado di produrre mediamente dalle 3 alle 4 volte in più rispetto alle tecnologie meno recenti. Per le caratteristiche geografiche della nostra regione, che affaccia per 150 km sull’Adriatico, l’Abruzzo può e deve partecipare a progetti di impianti eolici off shore, questo per diversi motivi, uno importante è che le aree di mare che questi impianti occupano diventano di fatto aree interdette alla pesca e con ciò di ripopolamento ittico. Tale soluzione, tecnicamente e logisticamente più complessa rispetto all’eolico on shore, fornirebbe però un’immagine di grande modernità e avanguardia alla Regione;

  • Movimento ondoso: è una fonte sulla quale sono in atto ricerche per perfezionarne la tecnologia e per questo motivo non è stata ancora sfruttata nelle sue reali potenzialità, tuttavia in Abruzzo (come in quasi tutte le regioni italiane) è possibile progettare e realizzare impianti a ridosso delle dighe foranee dei porti.

 

  • Non è un caso che la Camera di Commercio di Pescara (oggi Chieti-Pescara) partecipi ad un progetto di ricerca Interreg, finanziato dall’U.E., rivolto a studiare e a sperimentare la migliore tecnologia di sfruttamento del moto ondoso per produrre energia. La ricerca ha avuto uno stop negli anni del Covid, un impianto di questo tipo è in corso di sperimentazione a ridosso della diga foranea del porto di Brindisi.

 

  • Rigenerazione urbana: l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio (superbonus 110%) va allargato anche agli ospedali, strutture energivore che non si possono “spegnere” mai, e agli edifici scolastici; più in generale è necessario puntare allo sviluppo sostenibile del territorio e delle città che determinerà la riduzione delle necessità energetiche e una maggiore qualità della vita.

 

L’Europa e l’Italia si trovano ad affrontare la più grave crisi energetica mai verificatasi dal dopoguerra ad oggi, conseguenza non solo della devastante guerra in Ucraina e delle vergognose speculazioni sul prezzo del gas in atto, ma anche e soprattutto del mancato superamento dell’energia dei fossili e di un adeguato sviluppo delle energie rinnovabili. Il contributo di idee allo sviluppo delle energie rinnovabili nella nostra regione sopra indicate, vuole essere utile a individuare quali progetti possano costituire un primo parco di proposte da discutere e mettere in campo rapidamente in una sfida la cui posta in gioco è la nostra stessa sopravvivenza.