Pescara, sventata dalla Polizia frode informatica: recuperati 8mila euro

La Polizia di Stato ha sventato una frode informatica recuperando 8mila euro sottratti dal conto corrente di una donna

Le indagini, coordinate dalla Procura de L’Aquila, si stanno concentrando nei confronti di un uomo del napoletano, un cinquantenne con precedenti specifici.

La vittima, una cittadina pescarese, dopo aver ricevuto un messaggio SMS apparentemente proveniente da un noto Istituto di credito con cui venivano riferite anomalie al proprio conto corrente, è stata tratta in inganno e indotta ad aderire alle indicazioni contenute nel messaggio: cliccare su un link che riconduceva ad una pagina web del tutto simile a quella del proprio istituto di credito. A quel punto è stata invitata a digitare i dati del proprio conto/carta.

Subito dopo, è stata anche contattata telefonicamente da una persona che, presentandosi come un operatore dell’Istituto di Credito, la induceva a comunicare un codice che nel frattempo era pervenuto sul proprio cellulare. Solo dopo qualche minuto, nell’accedere – online – al proprio conto, l’utente si è accorta che era stata appena effettuata a sua insaputa un’operazione di bonifico online dell’importo di 8mila euro.

Non riuscendo in alcun modo ad annullare l’operazione, la titolare del conto si è rivolta alla Polizia Postale di Pescara. Gli operatori della Sezione Financial Cybercrime sono riusciti a far bloccare immediatamente il conto beneficiario del bonifico per poter poi restituire la somma alla malcapitata.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni informa  che sono in continuo aumento questo tipo  di  raggiri, comunemente noti con  noti  con il termine di “Vishing” (dall’inglese voice-phishing o phishing vocale). La vittima di tali frodi viene contattata telefonicamente da finti operatori bancari o di società emittenti carte di credito, i quali riferendo di presunte “anomalie” nella gestione della carta di credito o del conto corrente, avvisano la persona che, nel suo stesso interesse, è necessario attivare fantomatiche “procedure di sicurezza”. I truffatori richiedono quindi alla vittima di leggere a voce alta il “codice di conferma” che, proprio in quel momento, appare via messaggio sul display del telefono.

Tale codice, tuttavia, altro non è che il codice autorizzativo di una transazione che in quel momento i truffatori stanno tentando di effettuare via web ai danni dell’ignara vittima. I cyber-criminali infatti, entrati precedentemente in possesso dei dati della carta di credito (numero di carta, data di scadenza e CVV), necessitano di conoscere tale codice di sicurezza per completare una transazione in corso, e sottrarre così il denaro della vittima.

Questa, credendo in buona fede di aver agito correttamente per mettere in sicurezza il proprio conto o la propria carta di pagamento, si è accorta solo successivamente (spesso, al momento della ricezione dell’estratto-conto) che ci sono state in realtà movimentazioni in uscita non autorizzate, pari anche a diverse migliaia di euro, per l’acquisto di beni e servizi mai richiesti su piattaforme online. Si sottolinea ancora una volta l’importanza di non rivelare mai a nessuno, via telefono come via social o via email, i nostri dati più sensibili, le nostre password dispositive, i PIN o i nostri codici di accesso comunque denominati. È opportuno, si legge infine nella nota, diffidare sempre di fronte a soggetti che richiedono tali dati, presentandosi come operatori di istituzioni pubbliche, importanti aziende o istituti bancari. Utile invece procedere a semplici ed attente verifiche, contattando direttamente l’ente coinvolto che potrà confermare i nostri sospetti.