L’Aquila: agenti aggrediti in carcere, occorrono più tutele

L’ennesima aggressione ad agenti di polizia penitenziaria da parte di detenuti del 41 bis rimette al centro la questione dei protocolli di sicurezza degli agenti che operano nel cosiddetto carcere duro

L’episodio contestato ma purtroppo non è l’unico nei giorni scorsi ha visto protagonista un detenuto del 41 bis del carcere di massima sicurezza Le Costarelle a Preturo, a pochi passi dall’Aquila, che ha aggredito la scorta che lo stava accompagnando per una visita urgente al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore. Agenti che hanno avuto bisogno di cure mediche. In un momento in cui si parla di affievolimento del carcere duro, i sindacati entrano a gamba tesa su questi episodi ribadendo che fatti del genere sono sempre più frequenti e non si parla solo di aggressioni ma anche di contatti col mondo esterno, sequestri continui di telefoni che fanno capire come i boss dall’esterno riescano ancora ad impartire ordini, fenomeni insomma sempre più preoccupanti. Per i sindacati di polizia penitenziaria e le reazioni sono state diverse si è arrivati ad un punto di non ritorno da parte di chi amministra la giustizia penitenziaria che viene criticato anche dalle associazioni di famigliari di vittime della mafia.

 

Ciò che si chiede è di rafforzare le misure di sicurezza a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e di studiare protocolli più seri ed efficaci.