In 17 comuni del Pescarese la protesta dei lampioni contro il caro bollette

Un atto temporaneo di sensibilizzazione, non un’azione di forza, per mostrare a tutti cos’è il buio in un piccolo paese e come un intervento straordinario di risparmio energetico rischi di diventare normalità

La protesta dei lampioni contro il caro bollette, luci spente dalle 20 alle 21, ieri sera si è svolta in contemporanea in 17 Comuni del Pescarese.
Sessanta minuti senza illuminazione pubblica, dettagliatamente motivati alle rispettive cittadinanze tramite la lettera congiunta firmata dai 17 sindaci.
“Le previsioni di spesa per l’energia elettrica che si prospettano nell’immediato, al netto del sostegno statale finora previsto, sono tali da non essere sostenibili con adeguamenti ordinari dei bilanci comunali e richiedono l’adozione di misure eccezionali per mitigare il rischio di default finanziario del Comune. Di fronte all’urgenza di agire, – si legge nella lettera ai cittadini – l’unica strada percorribile nell’immediato è quella di prevedere lo spegnimento programmato degli impianti di pubblica illuminazione durante le ore notturne. Siamo pienamente consapevoli dei disagi che questa decisione arrecherà alla vivibilità dei nostri comuni; assumendoci, come sempre, tutte le responsabilità che il nostro ruolo comporta, cercheremo il miglior equilibrio tra il disagio arrecato e la necessità di copertura finanziaria. Come Sindaci solleciteremo in maniera ferma tutte le autorità sovracomunali affinché ci mettano a disposizione strumenti per poter affrontare lo stato emergenziale che si prospetta”.

Se la situazione non cambia, guardando al lungo periodo il rischio di default finanziario degli enti pubblici diventerà sempre più concreto. Tanto per fare un esempio, scorrendo i dati del Comune di Manoppello, si evince che dal 2020 al 2022 i costi della bolletta energetica (che comprende l’illuminazione pubblica più luce e gas di scuole e strutture pubbliche) sono quasi quadruplicati. È evidente che sul bilancio comunale finiranno per gravare costi enormi, visto che si passerà da una spesa di circa 220mila euro complessivi nel 2020, ai circa 800mila euro del 2022 (di cui 650mila euro per la pubblica illuminazione).

I sindaci si aspettano risposte chiare e decise dallo Stato e dalle autorità di controllo, ma sottolineano che è importante agire anche sulla razionalizzazione dei costi, evitando sprechi e adottando comportamenti corretti anche nella fruizione delle strutture pubbliche. All’iniziativa intercomunale hanno aderito Abbateggio, Castiglione a Casauria, Cappelle sul Tavo, Caramanico Terme, Cugnoli, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Pietranico, Roccamorice, Rosciano, San Valentino in A.C., Scafa, Serramonacesca, Turrivalignani, Salle e Sant’Eufemia a Maiella.