Da che parte stanno le istituzioni sul caso De Fanis? Se lo chiede D’Alfonso

“La giustizia ha fatto il suo corso grazie al senso civico di Andrea Mascitti nei confronti dell’ex assessore regionale Luigi De Fanis, che ha mal agito in nome e per conto della cultura abruzzese”. Inizia così una dichiarazione di Luciano D’Alfonso

“Adesso però c’è un problema grave: Mascitti non fa più l’operatore culturale poiché è stato messo all’angolo dalla disistima di molti. Anche questo stanno facendo le principali istituzioni culturali: isolare Mascitti, renderlo discusso e discutibile perché ha fatto emergere la giustizia. E’ possibile chiamare a raccolta le istituzioni di questa regione, dell’ordinamento della Regione, per rimediare al dolore patito e alla grande fatica messa in campo da Mascitti per far emergere la verità contro quanto di sbagliato in nome della cultura si produceva presso le istituzioni regionali? Noi stiamo facendo qualcosa attraverso la capacità di intrapresa della fondazione Europa Prossima, ma dovremmo fare molto di più poiché è un disvalore che Mascitti, dopo aver prodotto giustizia, oggi stia patendo isolamento, indifferenza, disinteresse, ovvero il contrario esatto di ciò che dovrebbe coincidere con la giustizia cercata, fatta emergere e diventata sentenza passata in giudicato. La specifica condotta di quell’assessore sbagliato della Regione Abruzzo, le norme a presidio chiare e applicabili, una pubblica accusa competente e motivata, senza occhiali ideologici e senza antagonismo personalistico, hanno fatto emergere la verità a tal punto che le sentenze di condanna sono oltremodo mature e validate da tutti i gradi di giudizio. Adesso Mascitti ha diritto e bisogno di tornare a lavorare per la cultura della nostra regione. Altrimenti l’Abruzzo si trasformerebbe in una regione sbagliata!”.