Sede Regione su aree risulta di Pescara, D’Alfonso: “Si fermi il progetto”

Il deputato Luciano D’Alfonso chiede che si fermi il progetto della sede della Regione sull’area di risulta dell’ex stazione ferroviaria di Pescara. Secondo il parlamentare Dem e’ uno scempio urbanistico che danneggia sia il centro che la periferia

In una nota il deputato del Partito Democratico scrive:

“Alcuni portano felicità ovunque vadano. Altri quando se ne vanno”: questa bella frase di Oscar Wilde si attaglia acconciamente al presidente in scadenza Marsilio, che non avendo portato felicità all’Abruzzo (dove ha malgovernato per 55 mesi) dovrebbe organizzarsi per la partenza. Magari potrà farlo prendendo un pullman per Roma dell’area di risulta a Pescara, sulla quale egli – con la complicità del sindaco Carlo Masci – vorrebbe edificare la nuova sede della Regione.
Un’ipotesi che sa di scempio: innanzitutto perché le delibere di collocazione urbanistica del 1993, del 1998, del 2003 e del 2008 hanno sempre situato la Cittadella delle Amministrazioni (della vecchia e della nuova Pescara) lungo l’asse della Tiburtina.
Inoltre, il progetto va a ledere la funzione culturale del luogo, riducendo il verde e aumentando il consumo di suolo pubblico. In sintesi, si toglie spazio aggregativo in centro per costruire una sede che si svuoterà dal venerdì pomeriggio alla domenica, e si perde un’occasione preziosa per riqualificare l’ex quartiere 3, Villa del Fuoco.
In quell’area vanno create:
1) un grande zona verde di 80.000 mq;
2) una struttura culturale che funga da simbolo per la nuova città;
3) la scorrevolezza stradale pensata per i prossimi cento anni.
Ma c’è anche una questione economica: se continuiamo a non utilizzarli, i soldi per le aree di risulta (ereditati dall’amministrazione regionale che ho guidato) perderanno capacità realizzativa, e non soltanto per l’aumento del costo dei materiali. E infatti è notizia di oggi che la gara esperita dal Comune per la bonifica dell’area è andata deserta, perché i 2,8 milioni previsti dal bando non sono stati ritenuti sufficienti dalle aziende che avevano inizialmente manifestato interesse per l’appalto.
Iniziamo a trovare risorse ulteriori della finanza pubblica e quelle provenienti dal libero mercato attraverso strumenti idonei, per cercare di arrivare ad una copertura di almeno 100 milioni di euro. La Regione Abruzzo possiede in pancia 3 miliardi, li utilizzi con lo stesso impegno che ha messo per avere il Napoli a Castel di Sangro”.