La Regione Abruzzo prima in Italia ad aver realizzato un censimento sulla diffusione del Linfedema Secondario, la cui forma più frequente è legata alla cura di alcuni tumori
Come sottolineato dal Prof Tommaso Staniscia, docente di Igiene generale ed applicata presso il Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento della “d’Annunzio”, il linfedema secondario è un accumulo di linfa in un arto o altra parte del corpo, causato da un danno acquisito al sistema linfatico nel corso della vita, spesso a seguito di interventi chirurgici oncologici (es. rimozione linfonodi), radioterapia, infezioni, traumi o tumori stessi, che ostacolano il normale drenaggio linfatico, provocando gonfiore, pesantezza, indurimento della pelle e maggiore rischio di infezioni. Il trattamento, che richiede un approccio costante, include linfodrenaggio manuale, bendaggi compressivi e l’educazione alla cura della pelle. Presenti tra gli altri all’incontro, Antonietta La Porta, consigliera regionale, Maria Antonietta Tonci Salmé e Chiara Buldrini, rispettivamente presidente e membro dello Comitato scientifico dell’Associazione Resilia. Obiettivo del progetto, è stato sottolineato infine, valutare l’impatto epidemiologico, clinico ed economico del linfedema secondario in Abruzzo per supportare una programmazione sanitaria mirata ed interventi efficaci di prevenzione e assistenza.
