L’Aquila: attacco hacker Asl, sistema ancora bloccato cresce il malumore tra gli utenti

Mentre la Asl ha formato una task force di tecnici e agenti della polizia postale per limitare i danni dopo l’attacco hacker il sistema è ancora bloccato ma filtra la notizia che questa mattina sarebbero arrivati in ospedale un numero consistente di tecnici per tentare di sbloccare i Pc

La Asl ha assicurato che si stanno mettendo in campo dei modelli organizzativi alternativi per garantire i servizi sanitari ma i disagi ci sono stati e continuano ad esserci. Utenti che hanno la necessità di riprendere gli esami fatti nei giorni scorsi e che non possono essere ritirati. Enormi difficoltà si sono avute con referti di dermatologia ma anche in pronto soccorso dove tutto è telematico le problematiche sono notevoli. C’è anche chi doveva essere dimesso dal ricovero, dicono alcuni, e si è rimandata l’uscita per questo problema. Fatto accaduto nei giorni scorsi. Insomma se per medici e operatori è il caos, l’utenza vive altrettanti disagi. Non si riescono a prenotare visite con il Cup perché anche lì tutto è bloccato. Alcuni utenti incontrati fuori dall’ospedale spiegano che anche per le prestazioni di pronto soccorso gli operatori stanno predisponendo tutto a mano. Ad alcuni è stato detto che il referto richiesto, che sarebbe dovuto essere pronto da circa dieci giorni, ancora non era disponibile. Altre persone sono riuscire a prenotare visite ma con i moduli compilati a mano. Per chi invece aveva già pagato le visite tutto regolare, le visite sono state fatte normalmente. Fatto sta che un po’ di malumore c’è attorno a questa vicenda. Alcuni utenti a telecamera spenta dicono che c’è molta confusione, che anche per le analisi ai malati oncologici si starebbe facendo soltanto l’emocromo. Le urgenze sarebbero garantite ma rimane il fatto che molte persone hanno bisogno di visite e non si riesce a prenotare. 

Alla Asl dell’Aquila è corsa contro il tempo per attenuare i gravi disagi nelle prestazioni e nei servizi causati dall’attacco hacker subito nei giorni scorsi e per risolvere definitivamente il problema. L’azienda si trova ora a fronteggiare anche il nodo della richiesta del riscatto: ma anche se i tecnici e i vertici, coordinati dal direttore generale, Ferdinando Romano, hanno costituito una task force “di pronto intervento di sicurezza informatica” che sta operando a supporto dei gruppi tecnici interni, il ritorno alla normalità sembra lontano: nessuno fa previsioni, ma l’infrastruttura informatica potrebbe essere non funzionante per un mese. Intanto, un gruppo di medici ha lanciato l’allarme sulle conseguenze del possesso, da parte dei pirati informatici, dei dati bancari, tra cui gli iban dei dipendenti: “In banca siamo sicuri – spiega il gruppo di medici – che non ci possano essere pagamenti non dovuti, ma con questa disponibilità di dati si possono contrarre contratti di acquisto. E’ un’ulteriore spada di Damocle in una situazione dal punto di vista sanitario molto grave”.