Violenza di genere, Sara Marcozzi propone il reddito di libertà

Sono molteplici le forme che assume la violenza di genere

C’è quella fisica delle percosse, più evidente perché lascia segni sulla pelle; c’è quella psicologica degli insulti, che distrugge l’anima e lascia ferite invisibili all’occhio umano; e c’è infine quella economica, che crea dipendenza da uomini carnefici che rendono le donne schiave e impossibilitate a lasciare contesti di sopruso per cause finanziarie, placcate dal ricatto dei propri persecutori.
È per affrancarsi da questa schiavitù che è stata formulata la proposta di legge regionale sul reddito di libertà, con l’intento preciso di aiutare le donne, vittime di violenza di genere, a liberarsi dal ricatto economico dei propri persecutori. Il provvedimento è stato presentato dalla consigliera regionale di Forza Italia, Sara Marcozzi, che in una conferenza stampa ha illustrato il testo nel dettaglio, anticipando l’avvio dell’iter normativo nella Commissione Sanità, fissato per oggi, martedì 24 ottobre.

«Il reddito di libertà consiste nell’erogazione di una cifra mensile a favore delle donne la cui condizione di violenza sia stata certificata da Centri antiviolenza, da Case rifugio e di accoglienza in raccordo col Comune di residenza o col Comune di nuovo domicilio in caso di allontanamento volontario», ha spiegato la consigliera Marcozzi. «A questo intervento, che rappresenta il cuore del provvedimento, si sommano altre iniziative: dall’esenzione per un anno dal pagamento delle imposte regionali per le imprese individuali la cui titolare sia una donna vittima di violenza, a protocolli con le aziende per specifici incentivi all’assunzione, passando per progetti nelle scuole e intese con gli ordini degli avvocati per predisporre un elenco di esperti in materia. Negli anni abbiamo imparato che la violenza si può declinare in tantissime modalità, alcune delle quali più subdole di quella fisica ma non per questo meno dolorose», ha continuato Sara Marcozzi. «Una delle più pericolose è rappresentata dalla cosiddetta “violenza economica”. Per questo ho voluto proporre al Consiglio regionale questo tipo di iniziativa, che si va a sommare alle misure nazionali già previste per allargare la platea di potenziali percettrici.»

Il percorso di audizioni sulla proposta di legge regionale sul reddito di libertà inizierà a breve con il coinvolgimento di tutte le parti chiamate in causa, in primis i Centri antiviolenza, per consentire di arrivare a una stesura ottimale del testo di legge. Individuata in via sperimentale anche la dotazione finanziaria iniziale, pari a 100mila euro: una cifra che di fatto raddoppia lo stanziamento previsto a livello nazionale.
«Si tratta di una somma più che sostenibile per un’istituzione come Regione Abruzzo, il cui bilancio cuba circa 6 miliardi di euro», ha chiosato Sara Marcozzi. «Con la sensibilità che l’intero Consiglio regionale ha mostrato in questi ultimi mesi davanti alle iniziative da me stimolate sul tema, possiamo continuare a fare del bene alle donne della nostra regione.»