Balneari, attesa per la riforma delle concessioni

Sono ore frenetiche a Roma per l’accordo sulla riforma delle concessioni balneari contenuta nel Ddl concorrenza, che dovrà essere approvato entro il 31 maggio affinché l’Italia ottenga i fondi Pnrr

Nonostante dalle indiscrezioni delle ultime ore siano trapelate le formulazioni che avrebbero incontrato il favore di tutti i partiti di maggioranza, restano ancora delle tensioni che potrebbero far saltare all’ultimo la votazione dell’articolo 2 del disegno di legge, quello cioè che istituirebbe le gare delle concessioni balneari entro il 31 dicembre 2023 prevedendo degli indennizzi per gli attuali titolari. Intanto la CNA Balneari detta le sue condizioni

Ci sono tre condizioni imprescindibili per procedere alla riforma delle concessioni demaniali marittime. Le ricorda il coordinatore nazionale di CNA Balneari Cristiano Tomei. «Si tratta – dice – dell’avviamento commerciale al netto degli investimenti, del diritto di prelazione e della mappatura: condizioni assolutamente necessarie per avere delle garanzie e ottenere un riconoscimento agli attuali concessionari. Da qui devono prendere le mosse le possibili azioni per il futuro». A detta di Tomei, «occorre soprattutto il riconoscimento dell’avviamento del valore commerciale e di tutto il lavoro che negli anni le imprese balneari hanno profuso per arrivare all’attuale sistema italiano della balneazione. Riconoscimento che va considerato al netto degli investimenti effettuati: perché c’è un lavoro che ha trasformato l’offerta turistica delle nostre spiagge, anche grazie alla professionalità e all’esperienza degli operatori. E questo è a tutti gli effetti un valore aggiunto alla nostra economia, che fa dei nostri stabilimenti un contesto unico».
Seconda condizione è il riconoscimento del diritto di prelazione: «Le 30mila concessioni italiane – aggiunge – sono per la maggior parte micro-imprese a conduzione familiare. Operano su un’area demaniale, sì, ma su di essa hanno costruito un’azienda che è stata realizzata non solo a livello materiale, ma anche con i servizi di qualità frutto del proprio lavoro: e questo criterio vogliamo sia riconosciuto». Quanto infine alla mappatura delle nostre coste, il coordinatore di CNA Balneari afferma che «serve un periodo transitorio, chiesto anche dai comuni costieri, affinché si possa effettuare una ricognizione in grado di mettere in evidenza tanto le aree occupate che quelle disponibili per nuove iniziative».