Pescara calcio: biancazzurri vivi, dal “Ceravolo” di Catanzaro arrivano segnali confortanti e di speranza. Il pari (3-3) in pieno recupero un premio meritato per lo spirito, il coraggio, in generale per l’atteggiamento mostrato. Gettate le basi. Ora, però, servono conferme, progressi soprattutto in difesa (altri tre gol subiti) e continuità di risultati.
Due volte in vantaggio, ripreso e superato. Quando sembrava finita la prodezza di Corazza ha rimesso tutto a posto. Per i biancazzurri si tratta del secondo punto in trasferta.
Nel primo tempo il Pescara gioca una partita coraggiosa. Corre in avanti, aggredisce e riparte in verticale. Pressing fatto con intelligenza contro una squadra che punta sul palleggio e sul calcio posizionale. Certo, l’undici di Gorgone, si prende anche qualche rischio. Ma probabilmente, oggi, è quello che deve fare.
Corazza sostituisce all’alba del match l’infortunato Oliveri (ennesima tegola) e si regala una serata da sogno firmando due gol. Il primo di opportunismo. Quello del momentaneo vantaggio (2-1).
Il secondo, del definitivo 3-3 in pieno recupero, di pura tecnica sfruttando da palla inattiva la brillante idea di Letizia. L’undici calabrese si schiaccia tanto in attesa di un cross che non arriva. Con grande esperienza e astuzia l’ex Benevento serve a ritroso Corazza che calcia divinamente all’angolino. Punizione, per inciso, conquistata in attacco da un Gravillon senza dubbio in crescita.
Nella ripresa i biancazzurri accusano un calo e si abbassano. Ma c’è anche e soprattutto l’avversario, appunto il Catanzaro, che dalla trequarti in su ha motore, gamba e qualità. Aquilani innerva la catena di destra. A Favasuli, aggiunge Frosinini che da braccetto strutturato spinge e crea problemi.
Assolutamente evitabile il 2-2 di Pittarello in avvio di ripresa. Un autentico gioiello, invece, il 3-2 di Buso (destro a giro all’incrocio).
Reazione, però, significativa. In realtà non è la prima volta. Corazza assurge a eroe del “Ceravolo”. Come un attaccante, quando sembrava finita.
Le due punte di ruolo schierate dal primo minuto hanno sortito i benefici sperati. Di Nardo e Tonin sono assolutamente compatibili. Per caratteristiche si sposano molto bene.
Il primo garantisce prestanza fisica, movimento e gol. Sono 4 in campionato. Tanto di cappello per un ragazzo che appena due anni e mezzo fa era retrocesso in Eccellenza con la Vastese.
Il secondo è un moto perpetuo. Dove non arriva con la tecnica supplisce con la garra, la corsa e la generosità. Insomma, Tonin si conferma elemento prezioso.
Dietro, invece, le solite fragilità. I gol subiti sono 28 di cui 20 dopo l’intervallo. E qui c’è poco da fare o da dire. Le lacune strutturali sono lì, sotto gli occhi di tutti. Purtroppo non fanno più notizia.
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