Intervenuto su Rete8 dal Brasile nel corso della trasmissione Solo Calcio, Leo Junior ha espresso il suo sentitissimo cordoglio per la scomparsa di Giovanni Galeone: “La prima cosa che mi ha colpito la sua umiltà. Quando arrivai a Pescara (estate ’87) mi disse che aveva bisogno di me perché di serie A non capiva nulla. E poi il coraggio nell’affrontare le partite. Mi diceva che era inutile fare barricate. Con questo atteggiamento le avremmo perse tante visto che eravamo inferiori a quasi tutte le altre squadre. E allora tanto valeva giocarsela alla pari, a viso aperto. Vedeva il calcio come divertimento. Giocavamo un 4-3-3 che poche squadre adottavano”.

“Io condividevo-ha aggiunto Junior-il suo pensiero anche se a Napoli…prima della gara del San Paolo contro i vari Maradona, Careca, Carnevale etc.., suggerii al mister di fare qualcosa di diverso per evitare qualche problema. Mi rispose che non dovevano snaturarci. A fine primo tempo eravamo 2-1 per loro. Il mister mi disse “hai visto che il piano partita funziona?”. Io risposi ok ma alla fine ho avuto ragione io perché perdemmo 8-2 (ride). A parte le battute, il calcio di Galeone è stato innovativo. Un vero maestro. Sono profondamente addolorato per la sua scomparsa. Due anni indimenticabili. E quante soddisfazioni! La salvezza in A nel 1988 (l’unica nella storia del Delfino). Le vittorie contro Inter, Juventus e Roma. In campo ci siamo divertiti tantissimo. Era la sua filosofia. Estetica non fine a se stessa ma efficace. Ha precorso i tempi. Mancherà tantissimo”.

Domani alle 15,30 le esequie del tecnico friulano nel duomo di Udine. La famiglia ha fatto sapere che Giovanni Galeone aveva manifestato la volontà di farsi cremare e di spargere le ceneri in mare, a Pescara.

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