Campagnaro, 40 anni da leader silenzioso “Adesso l’ultima partita”

Campagnaro. Ieri El Toro ha compiuto 40 anni. Comincerà il percorso da allenatore. Pronta la panchina dell’Under 16 o 17. “Pescara mi ha accolto come un re. Vorrei giocare l’ultima partita. Napoli e la promozione in A col Delfino le esperienze più esaltanti”

In Italia dal 2002 con Piacenza, Sampdoria, Napoli, Inter e Pescara. Vice campione del mondo con l’Argentina nel 2014.

“E dire che – ha affermato Campagnaro sul nostro sito www.rete8.it – nell’estate 2015 dopo il biennio nell’Inter avevo deciso di smettere. La proposta del Presidente Sebastiani mi ha fatto tornare la voglia. 5 anni indimenticabili. Io e la mia famiglia siamo innamorati di questa città. Peccato per i tanti infortuni di natura muscolare. Fino a 26 anni nessun problema. Alla Sampdoria all’inizio del 2008 la prima lesione al polpaccio. Poi mi sono ripreso. A Napoli il meglio della mia carriera con Walter Mazzarri, il tecnico che non finirò mai di ringraziare. Con lui ho compiuto il salto di qualità. Un secondo posto, un terzo posto e la vittoria della Coppa Italia nel 2012 nella finalissima di Roma contro la Juventus di Conte. Tappa decisiva. La prima convocazione in nazionale. Vice campione del mondo in Brasile nel 2014. Non benissimo all’Inter sempre con Mazzarri, poi con Mancini. I soliti problemi di natura muscolare”.

Poi, come ricordato, Pescara. La presentazione nei primi giorni di settembre 2015 con Benali. In totale 68 presenze e 4 gol, due in A con la Samp all’Adriatico e a Crotone, altrettanti in B, uno sempre allo “Scida” di Crotone nel febbraio 2019, uno a Salerno nella giornata inaugurale dell’attuale torneo.

“Il momento più emozionante la promozione in A nel 2016. Oddo ha le idee chiare, è un allenatore molto preparato, punta molto sul gruppo. Nelle ultime stagioni è stato solo sfortunato. Il futuro è tutto suo. Il rimpianto ? Non aver conservato la massima serie dopo un inizio molto incoraggiante in cui abbiamo messo in seria difficoltà squadre come Napoli e Inter. Via via l’entusiasmo è scemato. Si sarebbe potuto aprire un ciclo. Un altro rimpianto è legato all’epilogo dello scorso campionato. Peccato ma il giudizio rimane positivo soprattutto per quanto dimostrato nella prima parte. Quest’anno siamo stati troppo discontinui. Solo un problema di testa. A volte la leggerezza mentale può fare la differenza. Io sono pronto. Mi sto allenando con continuità. Vorrei disputare l’ultima gara in biancazzurro. Se non sarà con l’Empoli, mi candido per una maglia nel match di Cremona. Per dare il mio contributo e per salutare idealmente gli impagabili tifosi di Pescara che in questi 5 anni mi hanno trattato come un re.

Sei stato sempre definito leader silenzioso. Rispecchia il tuo modo di essere ?

“Sì, a mio avviso il calciatore non deve parlare ma dare soprattutto l’esempio. Certo da allenatore è diverso. Proverò questa nuova avventura. Sto facendo il primo corso. Vedremo. Le incognite ci sono”

Il giocatore più forte con cui hai giocato ?

“Naturalmente Leo Messi, immenso. Da avversario, il più stimolante Ibrahimovic”