Vaccini: l’Abruzzo va avanti, per Marsilio “necessario restituire fiducia”

Un calo della fiducia nei vaccini “è il grande timore, e il grande compito che oggi abbiamo è restituire fiducia, temo che una decisione presa sull’onda di un’emotività, che ai livelli alti della politica non si è controllata, generi un effetto di insicurezza se non addirittura di panico nei soggetti più fragili”. Così Marsilio sul piano vaccinale mai fermatosi in Abruzzo dove si è andati avanti con Pfizer e Moderna.

“Un po’ più di freddezza nel gestire questa situazione sarebbe stata consigliabile, non sarà facile ripartire, sperando che giovedì Ema ci dia notizie rassicuranti”. Così a Start, su Sky TG24, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. “Si passa – ha detto poi – da una schizofrenia all’altra: prima si invidia la Gran Bretagna, additandola come esempio, si insultano Aifa ed Ema perché sono troppo prudenti e non si sbrigano ad autorizzare tutti i vaccini del mondo, poi al primo stormire di fronde si ferma tutto e Aifa viene quasi messa sul banco degli imputati”.

“Nella giornata in cui AstraZeneca è stato sospeso ci siamo ritrovati a dover mandare a casa le persone. Abbiamo riconvertito l’organizzazione vaccinale concentrandoci sulle dosi di Pfizer e Moderna. La campagna è andata avanti, l’Abruzzo ancora oggi è una regione che è tre o quattro punti sopra la media nazionale di somministrazione. Come tutte le Regioni, se ci arrivano i vaccini siamo in grado di somministrarli, anche in tempo breve”. Marsilio, parlando dello stato della campagna vaccinale nella sua regione dopo lo stop ad AstraZeneca ha spiegato: “Abbiamo chiuso un accordo con i medici di medicina generale – ha detto poi -, altrettanto stiamo facendo con i farmacisti. Abbiamo già attivato un centinaio di punti di somministrazione vaccini, che con i medici di medicina generale si possono addirittura moltiplicare. Se avessimo i vaccini saremmo in grado in qualche settimana di poter raggiungere una quota consistente di abruzzesi e creare un’immunità diffusa, che può consentire una diversa gestione della pandemia”.