Secondo le prime informazioni, il decesso di Riccardo Zappone sarebbe sopraggiunto dopo l’utilizzo del taser da parte della Polizia, nei locali della Questura del capoluogo adriatico. Il cordoglio del ministro Piantedosi che garantisce “tutti gli accertamenti per capire l’accaduto”. Il dolore del papà, noto maestro di musica, ricordando l’ultima telefonata di Riccardo poco prima della tragedia
Soccorso dal 118, Riccardo Zappone è stato trasportato in ospedale dove è morto, nonostante i tentativi di rianimarlo. Solo l’autopsia potrà chiarire l’accaduto e le cause del decesso. Sul caso indaga la Procura di Pescara.
(Nella foto il luogo del fermo di Riccardo)
Nelle parole del padre Andrea Zappone, noto musicista nonché insegnate di musica, tutta la disperazione ricordando l’ultima telefonata ricevuta ieri poco dopo il fermo dal figlio Riccardo. Un ragazzo fragile, noto alle forze dell’ordine cittadine per i diversi episodi di cui si è reso protagonista per enormi difficoltà psicologiche . Riccardo viveva da solo a San Giovanni Teatino: era seguito dal Csm (Centro salute mentale) di Chieti anche se rifiutava ogni tipo di cura. «Viveva per la strada, in casa non c’era mai, usciva la mattina e non si sapeva dove andasse» racconta il padre.
Così il comunicato stampa della Procura ieri nel tardo pomeriggio. “La Polizia di Stato, alle ore 11:00 circa di oggi, ha proceduto all’arresto di Riccardo Zappone di anni 30, apparentemente coinvolto poco prima in un alterco da strada, per aver opposto resistenza a Pubblico Ufficiale, che è stato necessario vincere con l’uso del Taser. Una volta condotto nelle camere d’attesa per compiere gli atti di P.G. conseguenti, Zappone ha accusato un malore per il quale è stato dapprima soccorso sul posto dal 118 e, quindi, trasportato in ospedale per le manovre di rianimazione, che purtroppo non hanno potuto impedirne il decesso. Sulla vicenda sono in corso indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Pescara delegate alla Squadra Mobile”.
“È una tragedia che ci addolora. Esprimo il cordoglio nei confronti dei familiari e della persona. Andranno sviluppati tutti gli accertamenti perché è interesse anche nostro capire se ci sia una correlazione con l’uso del taser qualche minuto prima”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ospite di Sky tg24 Live in Milano a proposito del 30enne morto ieri a Pescara dopo un malore: poco prima l’uomo era stato raggiunto dalla scarica di un taser durante il suo arresto. “Segnalo – ha aggiunto il ministro – che il taser è l’alternativa all’uso di strumenti molto più offensivi come l’arma da fuoco e spesso si rende necessario per i comportamenti che hanno le persone. In questo caso la persona si stava sottraendo alle forze di polizia e stava dando in escandescenza con atteggiamenti pericolosi per sè stesso, per gli operatori e per la gente che era presente sul posto”.
Nell’agosto 2023, un 35enne con problemi psichiatrici morì a San Giovanni Teatino dopo essere stato raggiunto da una scarica di taser utilizzata dai carabinieri nel tentativo di bloccarlo: il giovane – dopo essere andato in escandescenze colpendo auto di passaggio e denudandosi in strada si era diretto verso i binari della ferrovia e per questo i militari avevano tentato di fermarlo.
Il Comitato contro la tortura delle Nazioni Unite sostiene che il taser provoca un dolore estremo e costituisca quindi una forma di tortura che in alcuni casi può causare la morte, come dimostrato da alcuni casi reali.
Anche Amnesty International in un rapporto del 2003 ha definito questi dispositivi “pistole stordenti ad alta tensione associabili all’elettroshock”, che aprono la strada ad abusi e torture che l’associazione ha riscontrato in diversi penitenziari americani.
Nella documentazione si analizzano diverse morti “sospette”, spesso registrate con diciture diverse, ma associabili all’uso dei taser.
