Giovane dentista teramano muore ad Edimburgo. Era in città per il concerto degli Oasis

Alessandro Croce, 30enne dentista teramano, era arrivato ad Edimburgo con la sorella e degli amici per l’atteso concerto degli Oasis. Il malore in albergo mentre si preparava per raggiungere lo stadio: inutili i soccorsi. Tre comunità in lutto: Teramo, Atri e Bellante

Inutili tutti i tentativi di soccorso degli amici e dei sanitari scozzesi, per il giovane teramano non c’è stato nulla da fare. Alessandro, figlio del dentista teramano Paolo Croce e della preside dell’Istituto Zoli di Atri, la professoressa Paola Angeloni, era molto conosciuto in città: anche come talentuoso cestista, aveva giocato all’Aquila e da due anni giocava coi Monstars di Bellante. Per i funerali si dovranno attendere le pratiche di rientro dall’estero.

Le autorità locali hanno in custodia la salma e non si sa se sarà eseguita l’autopsia per cercare di chiarire la causa del decesso improvviso. A Edimburgo ci sono anche la sorella Giulia con il fidanzato e un grande amico di Alessandro, che lo avevano accompagnato per vedere il concerto.

La notizia della morte di Alessandro sta cominciando piano piano a riempire i social e non solo. Amici e colleghi, di sport o professione, lo stanno ricordando per il gran cuore, la passione per il basket e la dedizione con la quale si stava dedicando alla professione del padre.

«La nostra città è profondamente scossa dalla scomparsa di Alessandro Croce, una giovane vita spezzata troppo presto» ha dichiarato il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, esprimendo vicinanza alla famiglia a nome dell’amministrazione comunale.

Parole di dolore anche dal sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti: «Porgo le più sentite condoglianze alla professoressa Paola Angeloni, stimata professionista, e a tutta la sua famiglia».

Il sindaco di Bellante, Giovanni Melchiorre, ha ricordato il lato umano e sportivo di Alessandro: «Trent’anni sono l’età giusta per costruire e consolidare, e la morte non dovrebbe far parte delle possibilità. Mi piace pensare che Alessandro fosse esattamente dove voleva essere, affrontando la vita come faceva sul campo di basket: accettando la sfida e combattendo».