25 aprile: la Liberazione tra la storia, che rischia di ripetersi, e due anni di pandemia

È un 25 aprile dal duplice significato quello che oggi celebra l’Italia, 77 anni dopo la liberazione dal nazifascismo: da una parte una libertà ritrovata dopo due anni di pandemia, che hanno inibito ogni tipo di celebrazione condivisa, e dall’altra il dramma di una nuova guerra alle porte dell’Europa che rinnova il dolore di un popolo chiamato a difendersi da un invasore

«Il 25 aprile rappresenta la data fondativa della nostra democrazia, oltre che di ricomposizione dell’unità nazionale: una ricorrenza da cui viene un appello alla pace e a non arrendersi di fronte alla prepotenza», ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo la polemica scoppiata per le parole di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani d’Italia, circa la fornitura di armi alla resistenza in Ucraina.

E mentre in Italia si continua ancora a discutere sull’invio di armi a Kiev e sull’invito alla resa di Zelensky con la cessione del Donbass alla Russia, stamattina tra le tante manifestazioni che hanno celebrato il 77° anniversario del 25 aprile in tanti hanno partecipato al corteo e alla deposizione della corona al monumento ai caduti presso il Sacrario della Brigata Maiella a Taranta Peligna, manifestazione organizzata dall’Anpi, dall’associazione Brigata Maiella e dallo Spi Cgil.

«La resistenza per conquistare la libertà è un fattore fondamentale e quindi non c’è una contraddizione rispetto alla resistenza del popolo ucraino», ha dichiarato Ivan Pedretti, segretario generale nazionale Spi Cgil. «Credo che sia giusto e utile che ogni popolo abbia il diritto a ribellarsi agli invasori, ma forse il tema più vero è ricercare uno spazio per la pace, per il dialogo e per il confronto, cosa che non appare fino a oggi. Per cui  questo 25 aprile può essere un momento in cui la diplomazia può farsi avanti. Forse quest’anno usciamo anche noi da un dualismo tra il 25 aprile e il 2 giugno come diverse feste, ma in realtà il 25 aprile è una festa di unità di tutto il popolo italiano, uscito dal nazifascismo. L’impegno di oggi è quello di rappresentare una storia importante e significativa di persone che si sono ribellate al nazifascismo, prendendo le armi e combattendo per la libertà del proprio Paese. Questa è anche la storia della Brigata Maiella che, partendo dall’Abruzzo, è arrivata fino all’altopiano di Asiago in Veneto. Per cui festeggeremo questa giornata tutti insieme, insegnando che non bisogna mai demordere nella lotta per la pace e per la coesistenza pacifica.»

«Questo 25 aprile ha un significato molto importante, perché mai come quest’anno è importante capire da che parte stare e chiedersi dove sarebbero stati oggi gli uomini e le donne della Brigata Maiella», ha aggiunto Gian Paolo Rosato, sindaco di Taranta Peligna.

«Sicuramente questo è il punto dell’Abruzzo più sensibile per il ricordo della guerra di Liberazione», ha dichiarato Luigi Borrelli, presidente dell’Anpi per la provincia di Chieti. «La Brigata Maiella è stata la banda che ha ripercorso l’Italia da sud al nord per dare la libertà ai popoli ed è un messaggio molto importante che dobbiamo tenere sempre vivo nella memoria, affinché l’esempio di questi Partigiani possa servire alle nuove generazioni perché quello che è accaduto non accada mai più. Questa pagina storica è molto importante, perché è da qui che è derivata la Costituzione della Repubblica, la carta che sancisce i diritti fondamentali di libertà e di democrazia, ma deve essere anche la carta che sancisce anche i doveri che La Repubblica ha verso i cittadini. La Costituzione è stata in gran parte applicata, ma ci sono tanti diritti che devono essere ancora applicati: penso alla sicurezza sul lavoro, all’istruzione, alla sanità, alla solidarietà e alla dignità delle persone, che sono sono temi importanti e attuali, per i quali vale la pena combattere perché, come diciamo sempre noi, la Costituzione è un pezzo di carta, ma le giovani generazioni devono raccogliere questa bandiera e portarla avanti.»

«Celebrare il 25 aprile assume un significato speciale, in relazione al contesto storico di riferimento», ha detto Giovanni Legnini, commissario straordinario per la ricostruzione. «Quegli stessi valori di resistenza, libertà, democrazia e pace quest’anno hanno un valore ancor più speciale, perché sono gli stessi valori che devono spingerci a sostenere con molta determinazione e senza alcuna riserva la resistenza ucraina contro l’invasione barbara da parte dei russi.»

 

Barbara Orsini: