Sodecia Raiano, resta aperta minaccia chiusura

Sodecia Raiano, vertice in Regione sul nodo del trasferimento. Scoccia: “Nessuna decisione definitiva fino al prossimo incontro a metà gennaio”

Resta aperta la minaccia della chiusura dello stabilimento di Raiano della Sodecia Automotive e del trasferimento della produzione a Chivasso, annunciata a fine novembre: è quanto emerso oggi nel corso di un incontro tra i vertici aziendali, rappresentanti politici e i 39 lavoratori in presidio davanti alla sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive, a Pescara. Per l’assessore regionale Tiziana Magnacca “non è accettabile la decisione di Sodecia di cessare la produzione nello stabilimento di Raiano senza valutare soluzioni alternative e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali”. Alla luce delle recenti decisioni Ue sullo stop alle auto termiche, l’assessore ha chiesto di sospendere la chiusura del sito per aprire un’interlocuzione con Stellantis e verificare possibili margini di intervento.
“Abbiamo ribadito all’azienda che esistono competenze e ammortizzatori sociali sufficienti per mantenere l’attività produttiva a Raiano”, affermano i sindacati. “Grazie all’intervento della Regione è stato stabilito di aggiornare il confronto alla metà di gennaio, con l’impegno
dell’azienda a non assumere decisioni definitive nel frattempo”, dichiara la vicepresidente del Consiglio regionale Marianna Scoccia.
“Le richieste che, insieme all’assessore regionale alle Attività produttive Tiziana Magnacca, abbiamo avanzato all’azienda sono state chiare e nette: fermare i licenziamenti”, prosegue. “C’è bisogno di tempo per individuare le soluzioni giuste e affrontare questa fase con lucidità e responsabilità. Abbiamo chiesto all’azienda di attivare immediatamente gli ammortizzatori sociali – conclude Scoccia – perché le commesse
ci sono e non è accettabile ipotizzare un trasferimento della produzione a Chivasso senza aver prima esplorato ogni possibile alternativa”.
Ma sono giorni difficili per i dipendenti dello stabilimento di Raiano, sui quali incombono “le annunciate lettere di trasferimento per lavorare a circa 800 chilometri di distanza, per 1.600-1.800 euro al mese, a oltre 50 anni di età e con famiglie che risiedono nella Valle Peligna”, afferma all’ANSA Gianni Petrella, operaio della Sodecia di Raiano. “Saremo costretti a rinunciare al trasferimento e a confidare negli ammortizzatori sociali. Intorno a noi vediamo crisi e chiusure aziendali in tutta la valle, uno scenario per niente tranquillizzante”, conclude.

Fabio Lussoso: