Metalmeccanici, alta l’adesione allo sciopero anche in Abruzzo

Alta adesione allo sciopero dei metalmeccanici allo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona

Circa 200 persone, tra operai e rappresentanti sindacali, si sono date appuntamento questa mattina davanti alla fabbrica per dare vita al presidio. In totale saranno in 600 oggi a incrociare le braccia, suddivisi nei tre turni di lavoro. “Dobbiamo aprire subito un tavolo istituzionale a livello nazionale – dicono i sindacati – Vanno chiarite le singole specificità e le visioni di mercato. La Regione Abruzzo deve rivedere le priorità. Non può pensare solo al turismo”. La protesta si è accesa nel momento in cui un operaio ha preso la parola ricordando che “da un futuro roseo siamo passati a prospettive preoccupanti”. “Bisogna attivarsi – concludono gli operai – altrimenti chiude la città”. Magneti Marelli di Sulmona, storica produttrice di sospensioni per automezzi, occupa 500 lavoratori, 135 dei quali però saranno considerati esuberi nel 2024, dopo i 90 di quest’anno, così come comunicato dall’azienda in un incontro con le organizzazioni sindacali. E la stessa azienda ha già fatto sapere che per il 2024 si andrà avanti anche con il contratto di solidarietà, già applicato quest’anno. Da Sulmona, infatti, arrivano le forniture per lo stabilimento Stellantis di Atessa dalle cui linee esce il furgone Ducato la cui produzione però è destinata a contrarsi di 200mila unità nel

“La centralità del lavoro, il rilancio industriale, la risoluzione di crisi annose, progetti e investimenti credibili per affrontare la transizione ecologica, in particolare nella filiera automotive, reindustrializzazioni che possono rappresentare un nuovo futuro per centinaia di lavoratori”

Questo è il grido d’allarme che lanciano le migliaia di lavoratori del Centro-Sud che stanno scioperando in queste ore. Dal Lazio all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise fino alla Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna c’è stata un’altissima adesione alla seconda giornata dello sciopero nazionale dopo quella del 7 che ha visto coinvolto il Nord Italia.

“I lavoratori che sono scesi in piazza e hanno organizzato numerosi presidi chiedono un futuro di lavoro e non di assistenza, un futuro che veda la manifattura affrontare e vincere le sfide epocali, certezze per una parte d’Italia che troppo a lungo è stata inascoltata dai Governi. Abbiamo bisogno di meno annunci e più fatti concreti, abbiamo bisogno di tavoli che portino a soluzioni e non siano formalità, abbiamo bisogno di utilizzare ogni minuto a disposizione per cercare e condividere le migliori soluzioni per risolvere le crisi e risollevare l’industria. Abbiamo perso già troppo tempo, ora il Governo deve agire e le migliaia di lavoratori in sciopero hanno mandato un chiaro messaggio: rilancio dell’industria o continua la mobilitazione”. Lo dichiara il Segretario Generale Uilm Rocco Palombella.

“In questi mesi abbiamo ascoltato solo parole vuote mentre il 70% delle crisi al MIMIT riguardano il nostro settore non venivano risolte con oltre 50 mila lavoratori e intere filiere a rischio – continua Palombella – Cosa dovevamo aspettare? Ci sono migliaia di lavoratori in difficoltà, con forti incertezze sulla propria prospettiva occupazionale e preoccupati per il futuro delle proprie famiglie. Queste due giornate sono state solo l’inizio di una lunga mobilitazione”.

“Nel territorio abruzzese c’è stata un’ampia adesione, il 65% dei lavoratori sta scioperando, con punte di oltre l’85% nelle aziende della componentistica della provincia di Chieti – spiega il Coordinatore della Uilm Abruzzo Nicola Manzi – il grido d’allarme parte dalle difficoltà nel settore automotive, in particolare alla Denso di San Salvo dove 170 lavoratori si trovano in cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali scadranno a fine anno”.

“Per questo – aggiunge Manzi – chiediamo al Governo e alle istituzioni locali il massimo impegno per prevedere ammortizzatori sociali di lunga durata che accompagnino il processo della transizione ecologica che avrà effetti importanti nella filiera auto chietina e abruzzese in generale. Oggi ci sono tantissimi presidi davanti alla Marelli di Sulmona e alla prefettura di Teramo, oltre al sit in davanti alla sede del comune di San Salvo che ha visto la partecipazione di tantissimi lavoratori e la positiva risposta delle istituzioni, incontrando una delegazione e rendendosi disponibile per risolvere queste difficoltà”.