L’Aquila: “Adamo & Eva” per la stagione del Tsa

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L’Aquila: lo spettacolo teatrale “Adamo & Eva” andrà in scena presso il parco delle arti, in località Monticchio per la stagione teatrale aquilana, organizzata dal Teatro Stabile d’Abruzzo.

La prima storia d’amore del mondo, per la regia di Mauro Santopietro, con Alessia Giangiuliani e Mauro Santopietro, approderà a teatro mercoledì 16 marzo alle ore 21, giovedì 17 marzo alle 17,30 e alle 21 e venerdì 18 marzo alle ore 17,30.

Questa nuova produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo si compone di sette quadri: tanti sono i giorni in cui Dio creò il mondo e tale è il tempo che Adamo ed Eva impiegarono ad allontanarsi da Dio e dal paradiso. Inizia così il viaggio di Adamo ed Eva, che attraversano epoche e momenti cruciali della storia dell’uomo e della sua evoluzione, per approdare alla contemporaneità fino a confondersi con una qualsiasi coppia di oggi. Sul palcoscenico vengono narrate le vicende dei nostri leggendari progenitori, scappati dal paradiso per il bisogno di conquistare, di costruire, di conoscere, di amarsi. Dinamiche buffe, drammatiche e poetiche di una coppia umana, che cerca il senso del proprio stare assieme, si mischiano alla perdita di identità che assale i due protagonisti man mano che la sete di conoscenza li allontana dalla propria casa, dal proprio giardino dell’infanzia, perduto e per sempre vagheggiato.

“La ricerca di una distanza dal quotidiano e l’uso del linguaggio poetico nella narrazione sono i motori da cui è nato questo lavoro”, racconta il regista Mauro Santopietro. “Raccontare delle storie popolari lavorando sugli archètipi è divenuto per me sempre più importante. Nel voler narrare una storia d’amore ho quindi scelto di partire dal mito, quello della prima coppia, indagandone i limiti fino ad arrivare al contemporaneo. Così è nato Adamo & Eva. Un mito bistrattato, consunto, antico, distante. Ecco allora che i due protagonisti indossano abiti da sposi lisi, come consumata sembra essere l’idea della coppia oggi. Ho immaginato come il lento e inevitabile allontanamento dal primo esempio di amore, Dio, potesse chiamare sempre più in causa l’idea della solitudine, del singolo, quindi dell’inevitabile divorzio. Emblema di ciò è il lavoro fatto sulla drammaturgia dell’ultima scena, il contemporaneo, che vede intrecciarsi due linee monologiche, creando quindi un dialogo solo apparente.
La scelta di rappresentare questo necessario e voluto distacco da Dio ha poi fatto nascere l’idea di utilizzare delle corde tese al cielo; ecco che Adamo ed Eva sono diventati allora nel mio immaginario marionette che scegliendo il libero arbitrio trovano sì la vita, ma anche la sofferenza e il sacrificio, come una qualsiasi coppia umana. La terra sulla quale Adamo ed Eva scendono, fuggendo dal Paradiso, quella meta tanto agognata, diventa anche la loro gabbia, il tappeto del circo in cui rifiutano di essere domati, il perimetro in cui si rincorrono sogni, liti, amore e violenza, altare tragico su cui viene rappresentata la perdita del sentimento amoroso”.