WWF Abruzzo: no al ponte Celestino V, pericoloso e impattante

Non in suo nome: il ponte da intitolare a Celestino V è impattante e pericoloso secondo il WWF che cita l’amore di Pietro da Morrone per le montagne d’Abruzzo

La struttura che dovrebbe collegare Lettomanoppello e Roccamorice è oggetto di una Conferenza di servizi attivata dalla Provincia di Pescara. Il WWF fa notare che si tratta di un’area della Maiella situata in una zona con diversi vincoli ambientali e a forte rischio sismico.

«Sbagliare è umano, – si legge nella nota del WWF – perseverare va ben oltre il sentire umano: torna in mente l’antico aforisma quando si parla del ponte (che si vorrebbe intitolare a Celestino V) sulla strada che collega Lettomanoppello a Roccamorice. La Provincia di Pescara ha attivato una Conferenza di Servizi preliminare che, nelle intenzioni, dovrebbe portare ad autorizzare un’opera fortemente impattante e sostanzialmente inutile. Il ponte, mastodontica costruzione in ferro, dovrebbe essere realizzato, come puntualmente elenca la stessa Relazione generale che accompagna il progetto, in una zona soggetta a vincolo idrogeologico e a vincolo archeologico, e che è inoltre tutelata dal Piano Regionale Paesistico (è all’interno di aree B1, a trasformabilità mirata, e A1, di conservazione integrale) e ricade nella Zona a Protezione Speciale Parco Nazionale della Maiella, oltre a essere contigua al Sito di Interesse Comunitario IT7130031 Fonte di Papa. Non bastassero tutti questi vincoli ambientali, l’area prevista per l’intervento è anche prossima a una zona a pericolosità molto elevata, è soggetta a pericolosità da scarpata e, soprattutto, è in Zona sismica 1, la più pericolosa, nella quale c’è una alta probabilità che capiti un forte terremoto». 

Da gennaio dello scorso anno, quando si cominciò a parlare dell’opera, il WWF è intervenuto criticandola apertamente, a cominciare dall’intestazione: 

«Pietro Angeleri per l’intera sua esistenza, tranne la breve esperienza sul soglio pontificio, ha cercato pace e tranquillità sulle montagne abruzzesi, sino a guadagnarsi fama di santità già in vita con il nome di Pietro da Morrone; fuggirebbe certamente inorridito di fronte a un’opera assurda, che – se sciaguratamente dovesse essere realizzata – violenterebbe la montagna arrecando danni enormi già dalla fase di cantiere».

Il ponte da 200 metri verrebbe inserito su una strada non strutturata, secondo il WWF, per sopportare un aumento di intensità del traffico, né porterebbe giovamento alla comunità locale.  

«La viabilità locale – sottolineano la delegata del WWF Italia in Abruzzo Filomena Ricci e la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – non è in grado di sostenere questo disastroso impatto. Si rischia l’effetto ‘cattedrale nel deserto’ senza portare alcun vantaggio reale: di gran lunga meglio puntare su un turismo ‘morbido’ e di crescente attrattiva: il Cammino Grande di Celestino riproposto dal Parco Nazionale della Maiella, ad esempio, può rappresentare un formidabile volano e una eccellente occasione per lo sviluppo anche economico dei territori (si pensi allo straordinario successo mondiale del Cammino di Santiago di Compostela e ai tanti altri esempi di cammini italiani), senza alcun bisogno di un ponte che sarebbe devastante nella fase di esercizio così come già in quella di cantiere, aprendo ferite insanabili su una montagna che deve essere rispettata e non danneggiata, usando peraltro il nome di un uomo che quelle montagne le amava davvero e mai avrebbe tollerato una simile violenza». 

Inoltre, da una prima lettura dei documenti, secondo gli ambientalisti emergerebbero anche delle lacune procedurali, come la necessità di effettuare la Valutazione di Incidenza Ambientale (in capo agli Uffici regionali), in quanto l’opera potrebbe avere effetti sul citato Sito di Interesse Comunitario, e la mancanza di alcuni documenti come lo Studio di Impatto Ambientale, che non sembra disponibile.  

Marina Moretti: