Abruzzo Economy Summit Pescara: focus sul mix energetico

All’Abruzzo Economy Summit, in corso a Pescara, stamane il confronto “Mix energetico, la rotta per il futuro italiano e abruzzese”

Energia e rinnovabili al centro della tavola rotonda che si è svolta nella prima giornata della quinta edizione di Abruzzo Economy Summit, in corso all’Aurum di Pescara. Al confronto, moderato dal direttore del quotidiano il Centro Luca Telese, sono intervenuti Luca Mastrantonio,  Head of Nuclear Innovation in Enel Group, Massimilano Tacconelli, VP Nuclear & Big Science Director presso Walter Tosto SpA, e Riccardo Toto, direttore generale di Renexia SpA. L’azienda del gruppo Toto ha appena annunciato l’intenzione di aprire un nuovo insediamento produttivo a Vasto.

L’eolico offshore in particolar modo e le rinnovabili sono essenziali per il mix energetico. Devono essere sicuramente supportate da tecnologia, quindi dai nuovi inverter e quant’altro per evitare che accada qualcosa come è accaduto in Spagna. Però sono assolutamente utili, anche perché basti pensare che oggi fare una domanda su ChatGPT consuma circa 34 watt-ora. Significa 10 secondi di televisione accesa. Detto ciò, significa oggettivamente che l’energia continuerà sempre a essere necessaria e ne servirà sempre di più. Molti studi dicono che dai 300 a 3 watt-ora di oggi si passerà nell’arco di vent’anni a 600.

Dal nostro punto di vista le rinnovabili devono per forza avere un ruolo, in particolar modo l’eolico offshore che non occupa e non consuma territorio. Noi in questo momento abbiamo due progetti principali, uno nel canale Sicilia da 2,8 gigawatt che può dare energia a circa 3 milioni e mezzo di famiglie italiane, e uno negli Stati Uniti da 1,7 gigawatt. Sono progetti che rispettano il territorio e che vengono a valle di un confronto continuo fatto con il territorio e con tutti i vari stakeholder. Non parlo soltanto di quelli politici ma parlo di quelli che poi possono essere disturbati dall’opera come i pescatori e le associazioni ambientaliste.

Medwind è un progetto che si porta dietro una filiera italiana. Solo con l’eolico offshore in Italia si potranno fare fino a 15 gigawatt circa, significa che potrà avere un impatto sull’economia italiana con un valore aggiunto di 45 miliardi se fatto naturalmente con le dovute regole e nei dovuti modi. Le rinnovabili possono abbattere il costo dell’energia, purché si prenda effettivamente la decisione di dividere il costo dell’energia dal costo del gas, perché se continuiamo oggettivamente a tenere legate questi due fattori in bolletta continueremo ad avere dei costi molto alti”.

E a proposito di Renexia, è notizia di oggi che la giunta regionale d’Abruzzo ha dato l’ok ad un nuovo insediamento a Vasto: si produrranno turbine eoliche offshore per il parco eolico di Trapani.

La giunta regionale d’Abruzzo, su proposta dell’assessore alle Attività produttive Tiziana Magnacca, ha preso atto della comunicazione trasmessa da Renexia con la quale la società per azioni, del gruppo industriale abruzzese Toto, ha manifestato l’intenzione di localizzare un
nuovo insediamento produttivo a Vasto (Chieti).

L’esecutivo ha valutato positivamente l’iniziativa proposta da Renexia S.p.A., riconoscendone il potenziale impatto economico, occupazionale e tecnologico per il sistema produttivo regionale, attraverso la creazione di una filiera industriale finalizzata alla realizzazione delle turbine flottanti destinate al parco eolico offshore al largo della costa di Trapani, con ricadute positive in termini di produzione industriale e innovazione. Secondo quanto si è appreso, sarebbero circa 1500 le assunzioni entro il 2027.

Alla stessa tavola rotonda era presente anche Luca Mastrantonio, amministratore delegato di Nuclitalia, Srl di cui Enel possiede la maggioranza:

“Il nucleare può diventare un tassello strategico della sicurezza energetica nazionale. Per
decenni abbiamo affidato il nostro mix energetico a una eccessiva dipendenza dall’estero sia con l’acquisto di combustibili e materie prime da Paesi geopoliticamente complessi sia attraverso fornitura di energia da centrali nucleari costruite a pochi chilometri dai nostri confini.
Oggi il contesto geopolitico e i mercati energetici dimostrano quanto sia urgente garantire autonomia e stabilità dei prezzi. L’energia diventa non solo un bene
imprescindibile, ma uno strumento di geopolitica. Le rinnovabili sono fondamentali e vanno sviluppate – ha aggiunto Mastrantonio -. Chi dice che possano rappresentare da sole una soluzione dimentica che il nostro sistema energetico è già corto. Le rinnovabili, intermittenti, non dovrebbero solo sostituire le fonti fossili, ma anche sostenere la crescita dei consumi guidati da data centre, mobilità elettrica ed elettrificazione residenziale. Per garantire stabilità della
rete, sicurezza e continuità della fornitura serve affiancarle a un’altra fonte totalmente decarbonizzata, ma programmabile: il nucleare. Come fonte stabile il nucleare potrà anzi favorire la penetrazione delle fonti rinnovabili in una formula complementare e non competitiva. Uno dei compiti di Nuclitalia sarà proprio analizzare i fabbisogni reali del sistema energetico italiano e identificare la tecnologia nucleare più adatta per soddisfarli”.

Nel secondo approfondimento di oggi all’Abruzzo Economy Summit in corso all’Aurum di Pescara è intervenuto anche Agostino Scornajenchi, amministratore delegato Snam:

“Questo è un sito industriale di un secolo fa. – ha detto Scornajenchi riferendosi all’Aurum, l’ex fabbrica e distilleria antica, ma dal design avveniristico, disegnata dall’architetto Michelucci – Un secolo fa si parlava di industria, non di ambiente. Un secolo dopo, noi dobbiamo parlare di industria e di ambiente. E quando parliamo di sostenibilità non dobbiamo pensare che la sostenibilità sia un’alternativa. Fino a oggi abbiamo parlato di sostenibilità come di un
concetto alternativo rispetto alla sostenibilità industriale, alla sostenibilità sociale e anche alla sostenibilità finanziaria. Abbiamo raggiunto un traguardo, secondo me, non particolarmente invidiabile. Decarbonizzare, sì. Ma deindustrializzare, no. Costruire infrastrutture significa anche
fare delle cose che hanno impatto sul territorio”.

Scornajenchi ha quindi parlato dell’importanza di pensare a lungo termine e del “confronto costante aperto con le comunità locali dove dobbiamo spiegare bene quello che facciamo” ovvero spiegare che il motivo è “dare infrastrutture di lungo termine al Paese” che serviranno alle generazioni future.