Vasto: dopo il rogo sospese le attività sulla Rospo Mare B

Dopo l’incendio divampato ieri sulla piattaforma petrolifera a circa 10 miglia nautiche al largo di Vasto,  sospese le attività sul Campo Rospo Mare

Finora non risultano danni agli impianti né sversamenti di inquinanti in mare, ma sono ancora in corso gli accertamenti della Capitaneria di Porto di Termoli (Campobasso), coordinati dal
comandante Giuseppe Panico.

Nell’ambito dell’indagine aperta ieri, stamane vengono ascoltati i dipendenti della piattaforma.
Secondo un primo riscontro, sarebbe da escludere come punto di origine delle fiamme il ciclo produttivo legato all’attività di estrazione di idrocarburi.

L’incendio che ha interessato una delle due piattaforme al largo della costa tra Abruzzo e Molise, la Rospo Mare B, non si è propagato all’intero impianto grazie al rispetto delle procedure di sicurezza poste in essere dai lavoratori stessi.

L’intervento rapido della Guardia costiera ha poi evitato ulteriori conseguenze. I Vigili del Fuoco di Termoli, intervenuti sulla piattaforma, per domare il rogo hanno utilizzato il sistema Ifex, che
diffonde l’agente estinguente alla velocità di circa 400 km/h.
L’impulso genera una nube di goccioline piccolissime e ciò permette di spegnere il fuoco rapidamente, utilizzando un quantitativo ridotto di agente estinguente. I pompieri hanno poi
messo in sicurezza gli ambienti.

“C’è un piano operativo che è stato rispettato – dichiara il comandante Panico – e ha permesso di contenere subito le fiamme. Non risultano danni né problemi in mare”.

Il Forum H2O in una nota ha chiesto trasparenza sull’accaduto e ha ricordato il precedente del 2013  sullo stesso luogo con la “corsa alla smentita nonostante fatti conclamati circa la perdita di petrolio in mare”.

“Quanto avvenuto – scrive il Forum H2O – è l’ennesima conferma dei rischi connessi allo sfruttamento degli idrocarburi, che in un mare chiuso come l’Adriatico potrebbero comportare danni immensi, a parte le drammatiche conseguenze sul clima dell’uso delle fossili. In questo senso è deprimente che il Governo Meloni solo due mesi fa abbia allentato proprio le norme sulle perforazioni in mare”.