Tra le nuove stelle Michelin assegnate dalla prestigiosa Guida omonima, ce n’è anche una in Abruzzo: Zunica si aggiunge alle 5 riconfermate
Nuovo traguardo stellato per l’Abruzzo: il ristorante Zunica 1880 ha conquistato la sua prima stella Michelin. Segno di una regione sempre più attenta alla qualità delle materie prime e alla creatività infusa nella preparazione. E segno che in Abruzzo non c’è solo Niko Romito, anche se è proprio del maestro che lo chef di Zunica, Gianni Dezio, è stato allievo.
Le 3 stelle, al momento, rimangono comunque appannaggio di Romito, unico e solo d’Abruzzo. Mentre con il nuovo ingresso diventano sei i ristoranti abruzzesi insigniti con una stella Michelin.
Di seguito l’elenco con un estratto della descrizione della Guida Michelin:
3 Stelle
Castel di Sangro, Reale. “Sempre fedele al suo credo minimalista — tanto nell’impiattamento quanto nell’uso misurato di piccoli ingredienti che rendono grandi i suoi piatti, siano essi vegetali, proteici o entrambi — Niko Romito prosegue nella ricerca e nell’evoluzione, valorizzando i prodotti e le ricette del suo Abruzzo, senza mai perdere di vista l’intensità dei sapori e la piacevolezza al palato. Difficile dimenticare, ad esempio, la completezza gustativa di “Sedano e spigola”, dove il nobile prodotto del mare accompagna — quasi in punta di piedi — l’intensità che la cucina riesce a estrarre dalla componente vegetale”.
1 Stella
Civitella Casanova, La Bandiera. “Un’intera famiglia — seconda e terza generazione — cammina fianco a fianco nel solco tracciato fin dal lontano 1977, dedicandosi con grande passione all’arte dell’ospitalità gourmet. La cucina, pensata ed eseguita da papà Marcello insieme al figlio Mattia, si fonda su un profondo rispetto per il territorio e per la stagionalità degli ingredienti. Principi che spesso portano all’autoproduzione: i prodotti dei loro due orti, uno convenzionale e uno sinergico, compaiono in quasi tutti i piatti, così come l’olio EVO. Dal punto di vista tecnico, la proposta si apre a preparazioni dal piglio moderno, che li ha resi una vera bandiera della cucina abruzzese di qualità”.
Guardiagrele, Villa Maiella. “L’Abruzzo: ecco cosa racconta la famiglia Tinari nel suo ristorante dal 1966. Oggi, al limitare del Parco della Maiella, troviamo mamma Angela insieme al figlio Arcangelo in cucina, e Peppino in sala con il figlio Pascal, alle prese con i migliori ingredienti abruzzesi, selezionati al ritmo delle stagioni, mentre i maiali neri (e i salumi che ne derivano) provengono dalla propria fattoria”.
Montepagano, D.one Ristorante Diffuso. “La linea gastronomica è affidata a chef Davide Pezzuto, capace di raccontare attraverso ricette semplici ma fantasiose la sua interpretazione creativa del territorio e delle sue antiche tradizioni, concedendo giusto qualche richiamo alla natia Puglia, egli è supportato molto bene in tutto ciò dalla proprietaria che avvolge i clienti con interessanti racconti sul passato della piccola località. Non a caso la cena può essere terminata con un eccellente caffè alla turca, ricetta originale presa a prestito dal museo e ricordo del dominio saraceno di mille anni fa”.
San Salvo Marina, Al Metrò. “Nei locali che un tempo ospitavano la pasticceria di famiglia, i fratelli Fossaceca hanno dato vita a un ristorante gourmet. La cucina, tecnica e moderna, esalta con garbo ingredienti prevalentemente regionali, in primis il miglior pescato adriatico. Ottimi i lievitati con farine abruzzesi e la raffinata carta dei caffè”.
Infine la new entry:
Sant’Omero, Zunica1880 a Villa Corallo. “Lo storico Zunica 1880 — e i numeri non mentono — rinasce a nuova vita all’interno di Villa Corallo, imponente resort e proprietà terriera. Le camere si trovano nella villa padronale, mentre il ristorante è ospitato in quella che un tempo era la tenuta per gli attrezzi agricoli. Due orti, coltivazioni di verdure, allevamento di vitelli e maiali, oltre al nuovo giardino e alla piscina, utilizzati soprattutto per matrimoni ed eventi. La cucina di Gianni Dezio, abruzzese di Atri e allievo di Niko Romito, si esprime già ad alti livelli attraverso due menù degustazione — a sua discrezione — oppure alla carta. La sua cifra stilistica è un uso oculato e mirato di pochi ingredienti, molti dei quali autoprodotti, ciascuno con un proprio valore e un preciso effetto.
Ne nascono piatti attenti all’estetica — ormai indispensabile a questi livelli — ma soprattutto pensati per offrire gusto e piacevolezza, traendo ispirazione sia dalle tradizioni locali sia dalla sua fantasia. A sovrintendere a tutto, la presenza discreta e sottovoce del patron Daniele (Zunica, ndr), figura carismatica della ristorazione abruzzese”.