Tre anni prima della Davis del 1976 Nicola Pietrangeli con la squadra a Campo di Giove

Aveva origini abruzzesi il campione di tennis Nicola Pietrangeli, morto oggi a Roma. Nel 1973 la sua squadra, con Panatta e gli altri, si allenò a Campo di Giove

Tra Nicola Pietrangeli e l’Abruzzo il legame era più d’uno, a cominciare dalle origini del nonno, che da Tussio emigrò in Tunisia per fare il muratore, fino alla cittadinanza onoraria di Prata d’Ansidonia, conferita al campione 18 anni fa proprio in omaggio alle origini famigliari. Ma c’è un altro episodio, meno noto, che lega Pietrangeli all’Abruzzo.

Nel 1973, tre anni prima che l’Italia si aggiudicasse la sua prima e storica Coppa Davis, la squadra scelse Campo di Giove per perfezionare la preparazione. Certo erano altri tempi, il tennis non godeva dell’enorme eco mediatica che oggi caratterizza questo sport, né era così praticato nel nostro Paese. Il vero boom inizierà tre anni dopo, proprio con la vittoria in tricolore della celebre insalatiera, e andrà avanti in crescendo, seppure con alti e bassi, fino alle prodezze attuali di Jannik Sinner e compagni.

Tornando a Campo di Giove, forse qualcuno ricorda che nell’estate del 1973 la squadra si ritirò per un periodo nel borgo abruzzese. All’epoca Pietrangeli aveva il ruolo cruciale di capitano non giocatore della squadra di Coppa Davis, ed era a capo del gruppo che si allenava in Abruzzo. Sotto la sua guida, Panatta, Bertolucci e Barazzutti si prepararono per gli impegni che li avrebbero portati, di lì a tre anni, alla storica vittoria della Coppa Davis del 1976 in Cile.

Pietrangeli era responsabile della squadra e ne guidava gli allenamenti e le scelte tecniche.  I “quattro moschettieri” del tennis italiano (Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Antonio Zugarelli, che si univa spesso al gruppo) si preparavano sotto la sua supervisione in vista degli impegni ufficiali, culminati poi nella storica vittoria della Coppa Davis nel 1976.
Il team si allenava sui campi in terra rossa realizzati da un imprenditore del posto che, dopo anni trascorsi a Pescara, decise di valorizzare il paese natio realizzando il complesso turistico alberghiero Pinete del Pizzalto, dal nome del luogo in cui sarebbe nato. Tutto iniziò proprio con la realizzazione dei campi da tennis, seguiti successivamente dalla piscina, da alcune villette e infine dall’hotel Scoiattolo Nero. L’imprenditore era Antonio Fabiani, una sorta di pioniere il cui ruolo in seguito si rivelò fondamentale nello sviluppo delle strutture turistiche di Campo di Giove. Suo anche il primo skilift del posto, sempre nell’area del Pizzalto.
Gli allenamenti del team tennistico azzurro si svolsero proprio nei due campi campi del complesso privato, dove erano disponibili anche due piscine scoperte riscaldate e un minigolf, tutto immerso nella maestosa natura delle Pinete del Pizzalto. I campi furono utilizzati dalla squadra italiana per prepararsi in altura, sfruttando le strutture esistenti che per l’epoca erano decisamente all’avanguardia.
Adriano Panatta aveva 23 anni, era un giovane molto promettente, ma forse nessuno avrebbe mai immaginato che, con il piglio direttivo di Nicola Pietrangeli, sarebbe arrivato appena tre anni dopo ad innalzare, insieme agli altri, la mitica insalatiera.
Marina Moretti: