Tragedia Rigopiano: l’Abruzzo ricorda le 29 vittime, i familiari attendono giustizia

Pescara, 28 mar. (askanews) - Rappresentanti del Comitato vittime di Rigopiano con una delegazione oggi pomeriggio hanno incontrato il procuratore Capo di Pescara Massimiliano Serpi in procura a Pescara. Nel corso dell'incontro al quale era presente presente anche il Sostituto procuratore Andrea Papalia i rappresentanti hanno chiesto rassicurazioni sui tempi del lavoro dei magistrati. I procuratori hanno assicurato che le indagini stanno procedendo a tappeto e che nessun dettaglio sarà tralasciato. I procuratori hanno specificato inoltre che si lavorerà anche su esposti presentati successivamente, in particolare quelli sul mancato utilizzo degli elicotteri. Serpi ha anche chiesto pazienza e fiducia rassicurando i parenti delle vittime anche sui tempi dell'inchiesta, che non dovrebbero andare oltre i sei mesi. Xab

Era il 18 gennaio del 2017 quando una valanga distrusse l’hotel Rigopiano di Farindola spezzando 29 vite. Sono trascorsi 6 anni, molto dolore e tante udienze per i familiari che cercano giustizia. E oggi diversi momenti di commemorazione ma soprattutto si torna in aula con l’avvio delle arringhe difensive degli avvocati dei 30 imputati

Impossibile dimenticare. Doveroso non farlo. L’Abruzzo commemora oggi una tragedia senza eguali per una terra che ha già dovuto piangere le vittime dei terribili terremoti della Marsica e de L’Aquila.  Sarà una giornata intensa tra giustizia e verità fino a all’ora esatta della valanga (ore 16.49), a Rigopiano: il posto più vicino ai loro cari. Così familiari e amici delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano affronteranno tutti insieme rabbia e dolore.

Mancano 10 minuti alle 17 quando una valanga di neve, ghiaccio e terra da circa 120 tonnellate ha sepolto l’albergo, a 1200 metri, sul versante pescarese del Gran Sasso.  L’albergo era isolato, la situazione difficile in tutta la regione: migliaia di persone erano senza luce e centinaia le richieste di aiuto. Quel giorno si registrarono anche quattro scosse di terremoto.

Proprio nel giorno del sesto anniversario, oggi, è stata fissata l’udienza in cui inizieranno le arringhe difensive degli avvocati degli imputati. “Con il permesso del giudice ci allontaneremo per raggiungere il luogo della tragedia. Questa volta, tutti insieme, riuniti in un pullman, affronteremo il viaggio tra la rabbia per ciò che sentiremo in aula per discolpare i responsabili e il dolore nel ricordare i nostri cari”: così genitori, mariti, fratelli, figli di quei 29 volti impressi nella memoria di molti di noi.

Alle ore 15, a Rigopiano, una fiaccolata; alle 15.30 l’alzabandiera; alle 16, messa all’interno del sito con il ricordo delle vittime e la deposizione di 29 rose bianche. Sarà presente il coro di
Atri che intonerà “Signore delle cime”. Cerimonia anche a Monteslvano: alle 9.30, il sindaco Ottavio De Martinis ha deposto un mazzo di fiori nel giardino di via Nilo, intitolato alle vittime di Rigopiano, in occasione del sesto anniversario della tragedia.

Sul fronte processuale il punto nodale resta uno: il risultato della superperizia disposta dal giudice, per dirimere le opposte conclusioni cui sono giunti gli esperti della procura da un lato, e quelli del collegio difensivo dall’altro. La possibile concausa del terremoto che colpì quella zona la mattina del 18 gennaio; la zona doveva essere di rischio rosso per l’alta pericolosità valanghiva; l’unica strada che portava all’hotel doveva essere tenuta sgombra mentre si è trasformata in una trappola mortale. Da questi nodi si parte, intorno a questi 3 elementi si torna in aula oggi.  Domani, invece, l’intera udienza sarà occupata dai tre difensori del sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e del funzionario comunale Enrico Colangeli.

E questa mattina in Tribunale a Pescara anche il presidente della Regione Marsilio: ” La Regione è qui non solo perchè parte civile nel processo ma soprattutto per manifestare la vicinanza emotiva e umana ai familiari delle 29 vittime in questa giornata così intensa e dolorosa”. Marsilio spiega che con 11 milioni in 3 anni l’Abruzzo si è dotato di un piano valanghe: “Tutti si sentano sicuri nella nostra regione, a maggior ragione ricordando queste vittime. Mai sottovalutare nulla, essere scrupolosi e capaci di dialogare tra enti e strutture: questo ci ha insegnato la tragedia di Rigopiano”.

La pubblica accusa ha chiesto complessivamente oltre 151 anni di carcere. Sono stati chiesti 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, 11 e 4 mesi per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, 6 per l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. Sono sotto processo anche tecnici comunali e provinciali. La decisione, con il rito abbreviato, spetta al Gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea. Le accuse sono, a vario titolo, disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio, abusi edilizi.

Leonardo Bianco, dirigente della Prefettura di Pescara, tra i 30 imputati del Processo Rigopiano e per il quale l’accusa ha chiesto 8 anni di reclusione, ha reso alcune dichiarazioni spontanee alla riapertura del processo in corso a Palazzo di Giustizia. Bianco ha detto che: “Non avevo alcun potere per prendere decisioni in quel contesto e non ero a conoscenza delle relazioni in corso. Sono totalmente estraneo ai fatti”. Il suo avvocato Arturo Messere nella sua arringa ha fatto riferimento a presunti abusi edilizi del resort di Rigopiano più che alle responsabilità del suo assistito. L’avvocato Messere ha anche citato nella sua arringa il principio costituzionale della sussidiarietà per il quale di fronte ad un evento di grande portata lì dove un ente piccolo come il Comune di Farindola non è riuscito ad intervenire sarebbe dovuto essere supportato dagli enti più grandi Provincia, Regione è Stato (nella figura della Prefettura) prefigurando le responsabilità del Prefetto stesso ma anche della Regione.

 

Dei 40 che quel maledetto 18 gennaio erano in un Resort che spesso aveva ospitato finanche personaggi famosi, di rilievo nazionale, si salvarono in 11: come non andare con la memoria al momento in cui i soccorritori impegnati senza tregua e riposo per giorni e giorni strapparono alla morte certa i bambini in vacanza con le loro famiglie. Immagini che hanno fatto il giro del mondo tra lacrime e dolore. Il 20 gennaio i vigili del fuoco estraggono vivi 5 superstiti: la moglie e i due figli di Parete – Adriana Vranceanu, Gianfilippo e Ludovica – e altri due bambini, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Successivamente vengono trovati altri quattro superstiti: Vincenzo Forti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone, quest’ultimo rimasto intrappolato sotto la neve per 62 ore. Le operazioni di recupero terminano il 25 gennaio, esattamente una settimana dopo la slavina. Il bilancio ufficiale è di 29 morti e 11 sopravvissuti.

È Fabio Salzetta, con Giampiero Parete che in quei drammatici istanti che segnano l’inizio di una disperata agonia per i 29 che non ce la faranno era nel parcheggio dell’hotel, a prendere le medicine in macchina per la famiglia rimasta dentro, il primo testimone di quello che oggi come ieri definiscono un disastro annunciato. Fabio perderà la sorella Linda: giovanissimi entrambi in quel Resort ci lavoravano. Nel suo racconto come in quello di chi è scampato alla morte gli attimi dopo la forte scossa, la neve che non smetteva di scendere, i bimbi a giocare a biliardo, il responsabile della struttura ( Roberto Del Rosso anche lui morto sotto le macerie) in affanno nel tentare di gestire l’emergenza e tranquillizzare gli ospiti sempre più spaventati. Vite spezzate, 29, e vite cambiate per sempre quelle di chi era lì ed è sopravvissuto ma anche quelle di chi chiede giustizia.

Eroiche le imprese per raggiungere il Resort: una macchina dei soccorsi che non conoscerà sosta per giorni e giorni. Sono stati 250 i Volontari e gli operatori della Croce Rossa Italiana (CRI) impegnati durante questa emergenza, resa ancor più grave dalle scosse di terremoto che fecero vibrare il Centro Italia.
Tra loro c’era Gabriele D’Angelo, Volontario della CRI che lavorava come cameriere presso la struttura alberghiera poi travolta dalla neve. Si mise a disposizione fin dai primi, drammatici momenti di questa vicenda, attivando i soccorsi e chiedendo l’evacuazione dell’hotel, ma perse la vita.

“Oggi è un giorno molto triste e doloroso per l’Abruzzo, proprio sei anni fa una valanga di neve e ghiaccio di 120 mila tonnellate ha travolto l’hotel Rigopiano a Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso, spezzando la vita di 29 persone. Questa tragedia immane ha lasciato un segno molto profondo nella storia della nostra Regione ed in quella del Paese intero, insegnandoci che dobbiamo mettere in atto tutte le strategie di prevenzione e le azioni necessarie per scongiurare che avvengano ancora sciagure di questa portata.  La giustizia sta facendo il suo corso ed auspico che si arrivi in tempi brevi a chiarire una vicenda il cui ricordo sarà sempre vivo nelle menti e nei cuori, non solo degli abruzzesi, ma di tutti noi. Così com’è avvenuto ogni 18 gennaio negli ultimi cinque anni, anche oggi la popolazione si stringerà attorno ai familiari delle vittime, organizzando eventi e fiaccolate per commemorare coloro che hanno perso la vita in questa tragedia. Voglio chiedere, con grande emozione, a tutti i colleghi di osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Rigopiano”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Guerino Testa, deputato di Fratelli d’Italia, intervenendo sull’ordine dei lavori. 

 

Muoiono sotto le macerie: Jessica Tinari (24), Marinella Colangeli (32), gestiva la spa dell’albergo, Roberto Del Rosso, proprietario e gestore dell’hotel Rigopiano di 53 anni, Cecilia Martella (24), Ilaria Di Biase (22), impegnata come cuoca, Piero Di Pietro (54), Marco Vagnarelli (44) e Paola Tomassini (46), Alessandro Riccetti (33), Luciano Caporale (54) e Silvana Angelucci (46), Stefano Feniello (28), Marco Tanda (25), Marina Serraiocco (38) e Domenico Di Michelangelo (41), Emanuele Bonifazi (31), Luana Biferi (30), Sara Angelozzi (40) e Claudio Baldini (40), Linda Salzetta (31), Gabriele D’Angelo (32), Nadia Acconciamessa (47), Alessandro Giancaterino (42), Valentina Cicioni (33 anni), Dame Faye (42), Foresta Tobia (59) e Bianca Iudicone (50), Sebastiano Di Carlo (49), Rosa Barbara Nobilio (51).