Tragedia Casalbordino: oggi i rilievi dei Ris di Roma

Sarebbe stata una granata d’artiglieria a provocare l’incidente alla Esplodenti Sabino di Casalbordino. I familiari delle tre vittime ancora sotto shock, intanto stamane sono arrivati i Ris di Roma. Lunedì forse l’esame autoptico

Arrivati oggi a Casalbordino, sul sito della Sabino Esplodenti, i Ris di Roma che effettueranno dei rilievi utili alle indagini. Una granata, quindi, e i legali della Esplodenti spiegano lo sconcerto dell’azienda di fronte a questo nuovo tragico incidente. C’era Fernando Di Nella sull’ordigno, descritto come un artificiere esperto in demilitarizzazioni che da decenni compiva le stesse operazioni: saranno le indagini a spiegare se in questo caso si sia trattato di spoletta difettosa o di errore umano, ma si sottolineano le stringenti regole di sicurezze messe in campo con le prescrizioni post 2020, le numerose ispezioni e tutti i collaudi operati al termine dei nuovi lavori, costati circa un milione di euro.

Dolore e silenzio a casa di Gianluca De Santis, a Palata. La madre, rientrata a casa insieme al fratello maggiore e altri familiari a Palata, è in queste ore difficili sostenuta dai parenti e amici.
Affranto il fratello maggiore Gabriele che ha iniziato per primo a lavorare per lo stabilimento Sabino Esplodenti di Casalbordino. In paese, a Palata, si parla soprattutto di sicurezza.
“Era il terzo incidente mortale – dicono alcuni residenti – oltre altri infortuni. Anche tre anni fa morirono altre tre persone. E’ terribile. Bisogna fare di più sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. I dati parlano chiaro. Si continua a morire ancora troppo e spesso”. Il vicesindaco di Palata Vincenzo Pasciullo sottolinea: “La nostra Costituzione sancisce il diritto al lavoro e tutela della salute. E’ giunto il momento di fare scelte coraggiose. E’ divenuto ormai improcrastibabile”.

LE IPOTESI DI REATO
Le indagini avviate dalla Procura del Tribunale di Vasto per le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo sono al momento a carico di ignoti, nel fascicolo al centro dell’inchiesta aperta per la morte dei tre dipendenti della Sabino Esplodenti di contrada Termini a Casalbordino, deceduti nell’incidente avvenuto ieri, mercoledì 13 settembre 2023 (leggi i dettagli nel seguente articolo: Casalbordino: incidente alla Sabino Esplodenti, tre morti nell’esplosione).

I primi nomi da iscrivere nel registro degli indagati potrebbero comparire già nelle prossime ore, mentre vanno avanti le indagini per fare chiarezza sull’esplosione che ha portato alla morte di Giulio Romano (56 anni di Casalbordino), Gianluca De Santis (44 anni di Palata in provincia di Campobasso) e Fernando Di Nella (62 anni di Lanciano) nella fabbrica che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche.

RECUPERATI I CORPI DELLE VITTIME
I corpi delle tre vittime sono stati recuperati e portati all’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti, a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre l’area dell’incidente è stata messa sotto sequestro.

LO SCONCERTO DELL’AZIENDA
I legali della Esplodenti esprimono lo sconcerto dell’azienda di fronte a questo nuovo tragico incidente e ribadiscono le stringenti regole di sicurezza messe in campo dalla fabbrica di Casalbordino, con le prescrizioni che hanno fatto seguito all’incidente del 21 dicembre 2020, le numerose ispezioni e tutti i collaudi operati al termine dei nuovi lavori, costati circa un milione di euro.

IL PRECEDENTE DEL 2020 E LA PRIMA UDIENZA IN TRIBUNALE A VASTO
È stata rinviata al 28 settembre l’udienza prevista per la tarda mattinata di oggi, giovedì 14 settembre 2023, davanti al Gup per la tragedia del 2020 alla Esplodenti Sabino di Casalbordino. Nella deflagrazione del 21 dicembre di tre anni fa morirono tre operai.

La decisione del rinvio sarebbe stata presa a causa del decesso di uno degli avvocati della difesa.

La prima udienza era prevista davanti al giudice Anna Rosa Capuozzo del Tribunale di Vasto. Nell’incidente del 2020 persero la vita Carlo Spinelli (54 anni di Casalbordino), Paolo Pepe (45 anni di Pollutri) e Nicola Colameo (45 anni di Guilmi).

Per la morte dei tre lavoratori in 9 rischiano il processo con l’accusa a vario titolo di disastro colposo e violazione delle norme sugli infortuni.

I 23 EVACUATI SONO RIENTRATI A CASA

Sono rientrati nelle loro case i 23 cittadini residenti nelle vicinanze della Sabino Esplodenti sgomberati ieri sera da una ordinanza del Comune di Casalbordino. Ieri sera non si escludevano rischi per i residenti, in attesa dell’arrivo degli artificieri. Oggi, dopo una notte in albergo, l’ordinanza è stata revocata perché non sussistono più pericoli.

L’arcivescovo di Chieti Vasto, Bruno Forte, interviene sull’esplosione alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, su “un incidente sul lavoro di inaudita gravità”, a causa del quale hanno perso la vita tre operai Giulio Romano, 56 anni, di Casalbordino, Fernando Di Nella, 50 anni, di Lanciano, e Gianluca De Santis, 40 anni, di Palata, sposato e padre di due figli – dice Forte.
“L’incidente del 21 dicembre 2020 aveva provocato ugualmente tre vittime. Viene a confermarsi che il trattamento delle polveri esplosive è ad alto rischio e in Abruzzo continua a produrre morte e dolore – dice Forte. Una riflessione seria è doverosa e necessaria da parte di tutti gli enti che hanno responsabilità e compiti nella filiera e richiede da chi ha ruoli politici che la sicurezza sul lavoro sia assicurata e garantita al massimo per tutti. Più che mai urgente è garantire l’efficacia delle politiche di prevenzione dei rischi. Sono vicino alle famiglie delle vittime e prego per loro e i loro
Cari che hanno perso la vita – conclude Forte – e chiedo che nella preghiera dei fedeli delle celebrazioni eucaristiche nelle nostre Comunità se ne faccia ricordo per invocare luce dall’alto
e sollecitare adeguate misure”.

IL RICORDO DI PARENTI E AMICI DELLE VITTIME DEL 2020
Anna Di Pietro, la compagna di Paolo Pepe, uno dei tre operai morti il 21 dicembre 2020 nella precedente esplosione alla fabbrica di Casalbordino, si trovava al cimitero di Pollutri per portare dei fiori sulla tomba del marito, quando sul telefonino ha ricevuto un messaggio: «È successo di nuovo».

Sul luogo della tragedia ieri c’era anche il fratello di Paolo Pepe, Antonio, che lavora alla Esplodenti e che si trovava a 40 metri dalla deflagrazione. Nel 2020 Antonio aveva tentato di soccorrere il fratello e gli altri due colleghi, ma ieri come allora, non ha potuto fare nulla.

Ai pochi con cui è riuscito a parlare ha raccontato del botto improvviso e dei tre corpi in condizioni terribili.