Andrà in scena domani sera, all’Auditorium Zambra di Ortona, lo spettacolo che propone un’inedita fusione tra lirica e comicità: Stand up opera
Il 12 novembre alle 20.45, l’Auditorium Zambra di Ortona ospiterà Stand up opera nell’ambito del cartellone curato da Unaltroteatro, di Lorenza Sorino e Arturo Scognamiglio. Fondata nel 2016, l’associazione di promozione sociale Unaltroteatro collabora alla gestione, alla produzione e alla programmazione di spettacoli, corsi di teatro, cinema e scrittura che si svolgono nell’Auditorium Zambra.
Lo Zambra di Ortona, anche sala cinematografica, propone un altro spettacolo teatrale originale, dopo l’audace messa in scena del Racconto dell’ancella di Margaret Atwood e prima dell’arrivo del regista cinematografico Luca Guadagnino, che a Ortona debutterà con la sua prima regia teatrale.
Stand up opera, sullo sfondo del teatro dell’assurdo, fonde la grande tradizione dell’opera lirica con l’ironia tagliente della stand-up comedy. Un’insolita contrapposizione dialettica tra la musica colta e quella artificiale generata da un autotune, una passeggiata tra gli autori immortali e i grotteschi protagonisti dei social network.
Protagonista sulla scena è il basso/baritono Luca De Lorenzo, accompagnato dal pianista Fabrizio Romano, regia di Gianmaria Fiorillo. Il testo è stato scritto a quattro mani da Diego Lombardi e Luca De Lorenzo, effetti sonori di Lorenzo Pasquotti.
Stand up opera, una produzione di Casa del Contemporaneo, si presenta come un’esperienza teatrale fuori dagli schemi, un’originale commistione tra la grandezza della musica classica e la freschezza della stand-up comedy.
Stand up opera esplora le sfide e le contraddizioni del mestiere di cantante lirico nell’epoca moderna, attraverso aneddoti divertenti e virtuosismi musicali. Luca De Lorenzo, anima creativa dello spettacolo, porta sul palco un’esplosione di emozioni che oscilla tra il disperato, il grottesco e l’eccentrico, guidando il pubblico tra i fasti dell’opera e le difficoltà di un’arte che cerca di reinventarsi in un mondo dominato dai social media, mode effimere e trash.
Spinto dallo studio e dall’amore per la musica classica, il baritono napoletano ha sempre sognato di condividere la sua passione con il pubblico, svelando la vera anima del repertorio operistico e delineando la bellezza e l’umanità di questo genere artistico; così la pièce offre anche uno sguardo ironico e provocatorio sulla vita di un giovane cantante lirico nell’era moderna.
Imprigionato tra le note di un vecchio spartito e un presente incerto, il protagonista si interroga sul proprio destino artistico, mettendo in scena un mix di ironia e pathos.
«Fin da ragazzino grande amante del genere classico, ho voluto trasmettere agli altri la mia passione, spinto dal desiderio di far comprendere la vera natura del repertorio operistico – spiega Luca De Lorenzo – sostengo che l’opera sia tutt’altro dalle serate di gala, quelle in diademi e pellicce a cui siamo istintivamente abituati a pensare. Ed è tutt’altro che noiosa: oltre ad essersi consacrata tramite i più grandi geni della musica mai esistiti, l’opera è anche, o soprattutto, eccentricità, audacia e ironia».
