Tornano in servizio altri 5 poliziotti della Stradale sotto accusa per peculato e falso

Possono tornare in servizio altri cinque poliziotti della Stradale di Pratola Peligna coinvolti nella maxi inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Sulmona sui “furbetti della divisa”. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame dell’Aquila

Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha accolto questa mattina il ricorso depositato dai legali di altri cinque poliziotti della Stradale di Pratola Peligna sotto accusa per peculato e falso dell’inchiesta sui “furbetti della divisa”. Lo stesso era avvenuto lo scorso giovedì per un altro agente. Allo stato attuale i giudici aquilani hanno ribaltato la decisione adottata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, ritenendo troppo generica l’ordinanza impugnata in riferimento alla specificità del condotte contestate. Inoltre, sempre per il Riesame, per alcune posizioni sarebbe venuta meno la continuazione del reato come fatto notare dai legali Alessandro Scelli, Luigi Di Loreto, Vincenzo Margiotta e Andrea Marino.

“Il motivo concernente l’insussistenza di esigenze cautelari e il difetto di motivazione sul punto è fondato se si considera che il Gip ha redatto una sorta di motivazione cumulativa, senza dare conto degli specifici elementi sui quali ha fondato il giudizio cautelare”- scrivono i giudici del Riesame. Altri quattro agenti restano in attesa del verdetto. Per loro sono state programmate altre due udienze che si svolgeranno rispettivamente il 14 e il 18 settembre. Le accuse a vario titolo sono truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione d’atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. In tre anni d’indagini, dal 2019 al 2022, svolte tramite intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere, i poliziotti avrebbero abbandonato il posto di lavoro per dormire in auto o intrattenersi in alcuni esercizi commerciali mentre erano in servizio. Approfittando della propria posizione tre di loro avrebbero rubato beni di tenue entità patrimoniale in una stazione di servizio. Altri avrebbero inoltre utilizzato auto di servizio per fini privati e, sempre secondo l’accusa, avrebbero omesso di svolgere rilievi in un sinistro stradale e di prestare soccorso ad un veicolo in panne. Tuttavia il Riesame ha riconsegnato il tesserino complessivamente a sei poliziotti per i quali non si esclude il ricorso in Cassazione in fase cautelare.