Maxi truffa milionaria scoperta grazie ad una articolata indagine a più livelli: il settore è quello dei bonus edilizi. Col criterio della società prestanome ( senza dipendenti, sede e macchinari) documentati inesistenti lavori di efficientamento energetico e antisismici per oltre 24 milioni di euro. Nei guai tre di cui due esperti contabili
Alle ore 12 , presso la Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi, una conferenza stampa durante la quale il Procuratore della Repubblica di Teramo, Dott. Ettore Picardi, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Teramo, Dott. Stefano Giovagnoni, il Comandante Regionale Abruzzo, Gen.B. Fabio Massimo Mendella, il Comandante Provinciale Teramo, Col. Vittorio De Blasio e il Comandante della Tenenza di Roseto degli Abruzzi, Ten. Vincenzo Scarpone, forniranno elementi di dettaglio in merito a una complessa indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che ha portato alla luce una ingente truffa ai danni dello Stato nel settore dei bonus edilizi, per un ammontare complessivo di oltre 24,5 milioni di euro.
Tre soggetti, tra cui due professionisti esperti contabili, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Inoltre, è stata segnalata una società per la responsabilità amministrativa degli enti, introdotta dal Decreto Legislativo 231/2001, in relazione ai reati commessi dai propri amministratori, di diritto e di fatto, nel loro interesse o vantaggio.
Le indagini condotte hanno permesso di scoprire un meccanismo di frode estremamente efficace. Gli indagati, utilizzando una società “cartiera” amministrata da un mero “prestanome”, priva di personale dipendente, sede, mezzi e macchinari, hanno documentato inesistenti lavori di efficientamento energetico e antisismici (cd. Superbonus 110% e Sismabonus) al fine di ottenere corrispondenti crediti d’imposta nel cassetto fiscale della medesima società “cartiera”.
Più nel dettaglio, la frode è stata consumata falsificando la documentazione tecnica e fiscale relativa a lavori
realmente eseguiti su diversi complessi immobiliari da altre società, estranee ai fatti, mediante la materiale
sostituzione del nominativo dell’impresa esecutrice con quello della società “cartiera”; quest’ultima, solo
apparentemente in regola, in quanto munita dei visti di conformità previsti dalla vigente normativa rilasciati
senza la preventiva esecuzione di adeguate verifiche da parte del professionista abilitato. La documentazione così alterata è stata poi utilizzata dagli indagati per generare, mediante una mera duplicazione, ulteriori crediti d’imposta – oltre a quelli correttamente rendicontati dall’impresa che aveva realmente eseguito i lavori – inducendo così in errore l’Agenzia delle Entrate che ha riconosciuto un doppio beneficio: uno effettivo, l’altro indebito.
I crediti d’imposta fittizi ottenuti, pari a € 24.631.212,00, sono stati poi ceduti per € 11.294.350,50 a terzi
soggetti in buona fede, consentendo ai responsabili di conseguire un illecito profitto con conseguente grave
nocumento per l’Erario; solo il tempestivo intervento delle Fiamme Gialle ha impedito agli indagati di cedere e
monetizzare anche la restante parte dei crediti d’imposta fittizi, ammontanti ad € 13.336.861,50.
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Teramo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il
sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, per l’ammontare dei crediti d’imposta fittizi, pari a
€ 24.631.212,00.
IL SERVIZIO DEL TG8