Post Covid: da malattia ad infortunio tra ritardi e inadempienze, eppure le tutele ci sono eccome

Ci sono ancora diverse problematiche da segnalare nell’ambito della gestione del Covid come infortunio. Il patronato Inca della Cgil di Chieti segnala inadempienze e ritardi che rallentano il riconoscimento della malattia contratta sul posto di lavoro

Il problema si articola su due fronti: da un lato il medico di famiglia che in molti casi non rivolge domande specifiche al lavoratore paziente covid per sapere se abbia potuto contrarre la malattia sul posto di lavoro. Dall’altro l’Inail che pur avendo sedi locali a cui è stata destinata la circolare ministeriale che li invita a richiedere il certificato di infortunio all’azienda del lavoratore di fatto in molti, troppi caso, non lo richiede.

Al Tg8 l’intervista Giuseppe Visco, direttore del Patronato Inca Cgil di Chieti il quale, tra le altre cose, consiglia innanzitutto di segnalare al proprio medico sin da subito di aver contratto il Covid lavorando e poi di aprire la pratica per il passaggio da malattia ad infortunio, anche presso i patronati. Pratica inoltrabile entro 3 anni dal Covid.

 

Barbara Orsini: