Primi risultati dell’autopsia sul cadavere di Ugo Coppola il sub pescarese disperso dopo un’immersione a Lido Adriano. Il decesso forse collegato a fragilità di salute. Tre gli indagati nell’inchiesta aperta dalla procura ravennate. Nelle prossime ore il ritorno del 54enne nella sua Pescara dove in tanti vogliono salutarlo per un’ultima volta
Ugo Coppola è annegato probabilmente a causa di un malore, potenzialmente causato da pregresse fragilità di salute. Queste le prime risultanze dell’autopsia sul corpo del 54enne sub abruzzese, disperso dopo un’immersione a Lido Adriano (Ravenna) il 13 agosto e il cui cadavere è stato rinvenuto a inizio ottobre sulla spiaggia di Fano. Città delle Marche dove tuttora si trova la salma.
Arrivato il nulla osta alla sepoltura, i funerali dovrebbero essere celebrati nelle prossime ore.
Sulla morte di Coppola la procura di Ravenna ha aperto un’inchiesta che al momento vede tre persone iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo. L’inchiesta – coordinata dal sostituto procuratore Silvia Ziniti – si focalizza sulla spedizione organizzata dal gruppo Dive Planet di Rimini, ma anche sul percorso formativo seguito da Coppola, che aveva ottenuto il brevetto in Abruzzo.
Gli esiti dell’autopsia, qualora fosse confermata la correlazione del malore con le condizioni generali di salute della vittima, potrebbero portare a concentrare l’attenzione degli inquirenti sull’iter di certificazione sanitaria per l’idoneità a svolgere l’attività di sub.
L’esito dell’autopsia arriva insieme ad accertamenti tecnici sull’attrezzatura e sugli orologi da immersione di Coppola e dei suoi compagni, con l’obiettivo di ricostruire il percorso effettuato sott’acqua. Le verifiche, che dovranno stabilire se il sub si sia allontanato dal gruppo e per quanto tempo, potranno ora essere lette anche alla luce dei nuovi esiti medico-legali.
Ugo era un appassionato subacqueo che aveva conseguito nel tempo tre diversi brevetti dopo un percorso non semplice, segnato da ostacoli e determinazione. Dopo 50 giorni trascorsi in acqua, il suo corpo è stato identificato anche grazie alla muta con inciso il suo nome.