Si è svolto stamane in tribunale, a L’Aquila, l’interrogatorio di garanzia dell’uomo accusato di avere spiato i suoi inquilini con microcamere nascoste. Il legale: “Video non diffusi”
L’avvocato Roberto De Cesaris, legale del 56eenne proprietario degli appartamenti di via Acquaviva, ha detto che il suo assistito è consapevole di avere fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare, ma ha assicurato che le immagini – si parla di mille file di video girati in bagni e altri ambienti delle case – non sono state né diffuse né cedute. Il gip dovrà ora decidere se concedere i domiciliari all’indagato.
Avrebbe negato di aver venduto o diffuso foto e filmati, pur ammettendo le sue responsabilità nell’uso delle webcam per spiare gli inquilini dei suoi appartamenti nel condominio di via degli Acquaviva, alla periferia dell’Aquila. E’ quanto trapelato dall’interrogatorio, davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Giulia Colangeli, del 56enne accusato di aver installato microcamere negli alloggi dati in locazione a studenti, studentesse, allievi della Scuola di ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza e professionisti. Il gip si è riservato di decidere sulla richiesta di arresti domiciliari invocata dalla Procura della Repubblica per pericolo di inquinamento delle prove. L’uomo, che ha chiesto di essere interrogato per evitare i domiciliari, è assistito dall’avvocato Roberto De Cesaris, del Foro dell’Aquila. Dall’esame dei dispositivi avviato dagli investigatori si scoprirà se le sue dichiarazioni sono veritiere. Le indagini sono in corso su due fronti: interferenza illecita nella vita privata (per aver collocato dispositivi di ripresa in ambienti privati) e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, ipotesi aggiunta in un secondo momento e legata alla possibile circolazione dei filmati registrati. Ma ci sono altri
sviluppi. Infatti, una coppia non aquilana che ha vissuto in quello stabile negli anni passati, tramite l’avvocato Maria
Leone ha presentato una denuncia penale nella quale si ipotizza che le telecamere abbiano filmato anche la loro figlia
minorenne. Si tratta, comunque, di sospetti ancora al vaglio della perizia e tutti da provare. Gli esiti della perizia
chiesta dalla Procura, rappresentata dal pm Andrea Papalia, saranno completati fra tre mesi.
L’uomo, che ha 56 anni, aveva ingegnosamente occultato le microcamere in alcuni ambienti delle case di sua proprietà. La palazzina, a L’Aquila, ospitava soprattutto studentesse e studenti o allievi della scuola sottoufficiali. Il 56enne è stato ascoltato dal pm Andrea Papalia e dal gip Giulia Colangeli, presente l’avvocato Roberto De Cesaris.
L’uomo è accusato di interferenze illecite nella vita privata di un numero di persone ancora imprecisato. I contorni della vicenda sono ancora da chiarire, non si sa per esempio se i filmati illecitamente ottenuti siano stati messi in circolazione sui social o su qualche chat. I collegamenti agli ambienti spiati avvenivano in presa diretta sul telefonino dell’indagato. Le microcamere erano nascoste dietro gli specchi dei bagni, dentro gli elettrodomestici e in altri ambienti.
Alla prima segnalazione partita da una studentessa se ne sono aggiunte diverse altre e altre potrebbero ancora aggiungersi. La paura più grande è che le immagini possano essere finite in uno dei siti voyeuristici, alcuni dei quali chiusi di recente, che offrono immagini intime all’insaputa delle persone oggetto delle riprese.
