Fine dell’incubo per il docente detenuto in Albania, Michele D’Angelo è tornato a casa

Dopo 75 giorni di detenzione in Albania, Michele D’Angelo è finalmente tornato in Italia dopo la scarcerazione su cauzione. “Michele è molto provato, ma possiamo dire che è finito un incubo, ora possiamo respirare” ha detto la compagna Vanessa

Per il professore resta soltanto l’attesa delle perizie che potrebbero perfino evitare il processo. Accolto dalla famiglia che ha atteso questo commosso e lungo abbraccio per interminabili settimane, il professore dell’Università de L’Aquila è atterrato a Fiumicino intorno a mezzanotte.

Un trasferimento su cui le autorità competenti italiane e albanesi hanno mantenuto riserbo sino alla fine. Il professore, libero su cauzione dopo 75 giorni di carcere, dovrà rispettare solo un obbligo di firma. “Michele è
molto provato, ma possiamo dire che è finito un incubo, ora possiamo respirare”, ha detto la compagna Vanessa Castelli, che in questi mesi ha seguito ogni passaggio della vicenda.

Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. “In questi mesi è stato fatto un lavoro silenzioso, concreto e determinato che ha visto impegnati, sin dal primo momento, l’ambasciata e il corpo consolare per il tramite della Farnesina e del viceministro Edmondo Cirielli e di tutto il suo staff a cui desidero rivolgere un sincero ringraziamento per la disponibilità, l’attenzione e la sensibilità dimostrate in ogni fase della complessa vicenda”.
“Fin dai primi giorni, quando fui contattato dalla compagna Vanessa, abbiamo seguito da vicino l’evolversi della situazione – spiega il sindaco. È stato difficile e doloroso, ma oggi prevale un sentimento di riconoscenza: verso chi ha lavorato lontano dai riflettori e verso tutte le persone che, con rispetto e senso delle istituzioni, hanno contribuito a riportare Michele a casa. Siamo certi che saranno chiariti tutti gli aspetti della vicenda e che potrà buttarsi alle spalle questa triste parentesi”.

“Siamo particolarmente felici di questa notizia e ci auguriamo di rivedere quanto prima a San Severo il nostro concittadino. Ringrazio pubblicamente l’ambasciata italiana, il corpo consolare, il Ministero degli Esteri per essersi attivati ed aver svolto un lavoro magari silenzioso, ma indispensabile in ogni fase di questa complessa vicenda. Il nostro pensiero – è il sindaco di San Severo paese di origine del prof a parlare – più affettuoso va non solo a Michele, ma anche alla sua famiglia ed alla compagna Vanessa: sono state settimane delicatissime, a volte tristi e dolorose, tanti giorni sono trascorsi nell’attesa di una bella notizia che finalmente è arrivata. Presto abbracceremo Michele che così potrà riprendere il suo lavoro e la sua attività di ricercatore e docente presso l’Università dell’Aquila”.

Michele D’Angelo, docente 44enne della facoltà di Biotecnologie dell’Università dell’Aquila, era detenuto nel carcere di Fier, in Albania, dopo un incidente stradale avvenuto a Tirana.

Tutto ha avuto inizio lo scorso 8 agosto, quando nei pressi di Tirana si è verificato un incidente stradale che ha cambiato radicalmente la vita del professore. Secondo le ricostruzioni l’uomo, alla guida di una Lancia Ypsilon, sarebbe stato centrato da un altro veicolo al cui volante c’era un albanese. Il docente, peraltro, stava viaggiando a non oltre 40 chilometri orari, mentre l’altra vettura procedeva a velocità più elevata. Nonostante questo, D’Angelo è stato accusato di violazione delle norme sulla circolazione e di abbandono di veicolo, poiché si sarebbe allontanato dall’auto subito dopo l’impatto. Un comportamento che i suoi difensori considerano un gesto istintivo e non un tentativo di fuga. Da quel momento il docente, volto noto nella comunità accademica, è rimasto rinchiuso in carcere in attesa di giudizio.

Di fronte a quella subito considerata una misura sproporzionata, si è attivata una rete di sostegno a diversi livelli istituzionali. Il deputato Luciano D’Alfonso è stato il primo a stabilire un contatto diretto con le autorità albanesi, presentando l’11 settembre un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri.  Anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha coinvolto il governo nazionale nella vicenda, mentre l’ateneo aquilano si è mobilitato su più fronti per sostenere il proprio docente. Anche da San Severo, paese d’origine del docente, un mare di solidarietà, appelli e fiaccolate: il sindaco Colangelo aveva indirizzato un accorato appello al presidente Mattarella per esprimere tutta la preoccupazione relativamente a una vicenda che ha interessato il concittadino Michele d’Angelo, di 44 anni, professore di Biologia presso l’Università dell’Aquila.