Covid: Abruzzo in linea coi dati nazionali, contagi in aumento

In linea con i dati nazionali, anche l’Abruzzo è alle prese con l’aumento dei contagi e il monitoraggio del quadro sanitario regionale

A fronte di numeri importanti relativi alle positività, la situazione però resterebbe al momento sotto controllo, soprattutto sul fronte ospedaliero, come dichiara l’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, che al Tg8 spiega anche com’è cambiata l’assistenza territoriale con la fine dello stato di emergenza sanitaria e la chiusura delle Usca, recentemente assorbite dalle Ucat, le unità di coordinamento dell’assistenza territoriale.

«Da qualche settimana abbiamo assistito ad un aumento importante del numero dei nuovi positivi, trascinato dalla variante Omicron 5: nell’ultima settimana la media è stata di 2400 casi al giorno, con un andamento costante»,  ha dichiarato Nicoletta Verì, assessore regionale alla sanità. «Sul fronte dei ricoveri ospedalieri, però, non c’è stato un impatto altrettanto importante e la situazione è sotto controllo.
L’occupazione dei posti letto è al 3 per cento in terapia intensiva e al 13 per cento in area medica, in linea con la media nazionale.
È invece alta l’incidenza, ma abbiamo imparato in questi due anni che si tratta di un dato fortemente influenzato dal basso numero dei residenti nella nostra regione.
Domattina, intanto, ho convocato una riunione in videoconferenza con il referente regionale per le maxi emergenze sanitarie Marinangeli e con le Asl per fare il punto sull’andamento epidemiologico e verificare eventuali criticità che le aziende dovessero rilevare nella gestione di questa fase della pandemia.

Dal primo luglio è cambiato il modello organizzativo dell’assistenza territoriale per i positivi al Covid. Come previsto dalla legge di Bilancio dello Stato 2022, è scaduta la proroga concessa per le attività delle Usca, le unità istituite ad aprile 2020 per la presa in carico, l’assistenza e il monitoraggio dei pazienti positivi al virus che non necessitavano di ricovero ospedaliero.

Le attività finora svolte dalle Usca sono ora gestite dalle 4 Ucat aziendali (le unità di coordinamento dell’assistenza territoriale), con ciascuna Asl che ha rimodulato l’organizzazione e l’accesso ai servizi, riassorbendo anche parte del personale finora impiegato il cui incarico temporaneo scadeva oggi.
Abbiamo infatti dato la possibilità alle Asl di assumere fino al 31 dicembre prossimo il personale sanitario già impiegato nelle Usca.
La nuova organizzazione resterà attiva nelle more della prossima attivazione delle Uca (le unità di continuità assistenziale), anch’esse previste da un recente decreto ministeriale.
Questo permetterà di ridurre gli accessi impropri nei pronto soccorso degli ospedali, limitando i disagi che purtroppo si verificano non solo in Abruzzo, ma in tutta Italia: basta scorrere gli articoli di stampa per accorgersi che è un problema comune a tutte le regioni italiane, del quale si sta occupando la Commissione Salute nazionale per individuare strumenti legislativi efficaci per superare la drammatica carenza di personale che affligge da anni l’emergenza-urgenza e che abbiamo visto non si risolve con incentivi economici e premialità (perché ormai vengono addirittura rifiutati dal personale), né con modelli organizzativi delle Asl, che possono offrire soluzioni solo temporanee. Serve, invece, un intervento a monte e ad ampio spettro, che coinvolga anche le scuole di formazione, ma siamo fiduciosi che si troverà una soluzione in tempi stretti.»

Intanto, passato il tempo degli obblighi e delle restrizioni, l’uso della cara vecchia mascherina sembra ormai per i più finito nel dimenticatoio, in barba alle raccomandazioni degli esperti che invitano caldamente all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale in tutte le situazioni necessarie, per contenere il più possibile la circolazione del virus, che con la recrudescenza di queste ultime settimane rischia di tradursi in un lockdown di fatto a causa dell’alto numero di contagiati.