Cospito, linea dura del Governo: “Nessun patto con gli anarchici”. Trasferito nel carcere Opera di Milano

“Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”. Lo dice chiaro e forte, al termine della settimana di mobilitazione anarchica per l’abruzzese Alfredo Cospito, con attentati a sedi diplomatiche, molotov contro un commissariato di polizia, busta con proiettile inviata a un magistrato e disordini di piazza. Palazzo Chigi sbarra la strada a ipotesi di clemenza per il 55enne pescarese detenuto al 41 bis nel carcere di Sassari

AGGIORNAMENTO ORE 18: Alfredo Cospito è arrivato nel carcere milanese di Opera. Per via delle sue condizioni fisiche, dovute allo sciopero della fame che sta portando avanti, l’anarchico trasferito dal carcere di Sassari sarà portato nel servizio di assistenza integrata, cioè nell’ex centro clinico.

“Non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame”. E’ quanto ribadisce l’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Alfredo Cospito, dopo il trasferimento dell’anarchico in sciopero della fame da oltre cento giorni, dal carcere di Sassari a quello di Opera e in particolare al Servizio di assistenza intensificata del carcere. “L’unica novità di questo trasferimento è che nella struttura di Opera hanno specialisti in grado di intervenire tempestivamente in caso di emergenza”, aggiunge Rossi Albertini.

Dopo gli scontri a Roma avvenuti sabato sera, non lontano dal carcere di Regina Coeli, che hanno portato alla denuncia di 41 persone e al lancio di una molotov contro un commissariato di polizia nella zona di via Prenestina, anche oggi si sono registrate azioni dimostrative. Nella Capitale cinque auto col logo Tim sono state date alle fiamme nel piazzale della sede della Telecom di via Val di Lanzo, a Montesacro. Il rogo ha distrutto tre auto e ne ha danneggiato altre due. Poco distante sono state trovate alcune scritte contro il 41 bis. Un’azione rivendicata sui siti d’area. “Che lo stato assassino e i padroni sappiano che questo è solo l’inizio e più che una minaccia è una promessa” si legge nel testo diffuso in cui si spiega anche il motivo della scelta dell’obiettivo: “Tim collabora attivamente al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici”.
A Milano invece sono state date alle fiamme due auto della polizia locale e anche in questo caso sono state utilizzate due bottiglie incendiarie: il fatto è avvenuto in viale Tibaldi. Sulla vicenda indaga la Digos che in un parco vicino al luogo dell’incendio ha trovato altri tre-quattro ordigni simili. In procura a Milano è stato aperto anche un fascicolo per indagare sulla busta con proiettile e con la A di anarchia recapitata a fine dicembre al procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo (Milano è competente su reati commessi contro magistrati di Torino). Saluzzo sostiene l’accusa nel processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino all’anarchico Cospito e di cui ha chiesto la condanna all’ergastolo e dodici mesi di isolamento. E proprio nel capoluogo piemontese oggi si è svolto un vertice tra inquirenti. A Torino nella notte tra venerdì e sabato è stato incendiato un ripetitore nella zona collinare. Il gesto non è ancora stato rivendicato ma sul posto è stata trovata una scritta di solidarietà all’anarchico oggi trasferito nel carcere di Opera in virtù delle sue condizioni fisiche.
Chi indaga non esclude una escalation con azioni mirate su tutto il territorio nazionale anche nei prossimi giorni. E proprio per questo timore è stato disposto un innalzamento dell’attenzione sia sui servizi di vigilanza a quelli che possono essere considerati obiettivi sensibili, come magistrati, forze dell’ordine e stampa, sia sulla tutela delle personalità che potrebbero essere prese di mira. Una sensibilizzazione che riguarda soprattutto i magistrati che sono coinvolti nel caso, a partire dal pg Saluzzo.
Al momento, nel solo ufficio giudiziario di piazzale Clodio, sono circa una decina i fascicoli di indagine aperti.

 

“Azioni del genere – assicura la Presidenza del Consiglio – non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici”. Non ci sta il legale dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini: “Qui non si discute se cedere alle pressioni ma se ricorrono le condizioni per mantenere il mio assistito al 41 bis”. Cospito è arrivato, infatti, al giorno 102 di sciopero della fame: ha perso 40 chili, è anche caduto fratturandosi il setto nasale e le sue condizioni di salute, ha riferito il Garante nazionale per le persone private della libertà, Mauro Palma, sono “in progressivo deterioramento”. Da qui la richiesta di trasferirlo “in tempi rapidi” in un altro carcere, dotato di una struttura “in grado di garantire un immediato intervento” sanitario se la situazione dovesse peggiorare. Il legale ha presentato un ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha respinto un reclamo contro l’applicazione del 41 bis per 4 anni.

L’udienza sul caso è stata anticipata al 7 marzo per l’anarchico che sta scontando condanne per la gambizzazione nel 2012 del dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi e per l’attentato del 2006 alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, domani, martedì in commissione Giustizia della Camera risponderà ad interrogazioni parlamentari sul caso. Il Guardasigilli ha assicurato che segue “con la massima attenzione” la vicenda, ricordando come spetti all’autorità giudiziaria poter disporre di una sospensione della pena o chiedere al ministro una revoca del regime speciale. E dai magistrati – al momento – non sono arrivati segnali.
L’escalation di azioni anarchiche ha però ulteriormente irrigidito il Governo di centrodestra. Secondo il senatore dem Walter Verini, invece, bisogna “evitare da parte dello Stato che un carcerato come Cospito muoia in carcere. Trasferirlo in un carcere con un centro clinico attrezzato, come chiede il Garante dei detenuti, è giusto”. Per il legale Rossi Albertini, “non è una questione di muscoli ma di diritto, di interpretazione estensiva di una norma eccezionale. Il 41 bis dovrebbe essere applicato nei casi tassativi previsti dalla legge, è una norma di stretta interpretazione. Per Cospito è stato ampliato, dilatato il perimetro applicativo e dopo 102 giorni di sciopero della fame è ancora in attesa della decisione del Ministro”, conclude il legale.