1° novembre: un rito senza tempo tra fiori rincarati, mini vacanze e preghiere

Mentre i festaioli, grandi e piccoli, rincasano dalle “spaventose” baldorie della passata notte di Halloween, cominciano silenziose e composte le processioni verso i propri cari defunti. Oggi e domani i cimiteri di ogni angolo d’Abruzzo vivranno un rito senza tempo tra fiori un pò rincarati, navette anti traffico, mini vacanze e preghiere

Dopo i festeggiamenti “pagani” del 31 ottobre di Halloween, il 1° novembre è dedicato alla festa cristiana di Ognissanti, dove si ricordano e vengono onorati tutti i Santi. Ha origini molto antiche e curiosamente, rispetto al nome, mescola le sue radici con elementi sia sacri che profani. Si festeggia in tutto il mondo anche se con tradizioni molto diverse da Paese a Paese, alcune delle quali non propriamente legate alla religione, mentre per i cristiani si tratta di una festa di precetto, ovvero un momento in cui i credenti sono tenuti a partecipare alla Messa nel rispetto del terzo comandamento che impone di santificare questi eventi.

La parola “Ognissanti” deriva dal latino “omnes sancti,” che significa “tutti i santi”.  Allo stesso modo anche i romani festeggiavano la ricorrenza della Pomona, simile a quella celtica che coincideva sia nel significato che nella data. Salutava la fine del raccolto e il ringraziamento alla terra per i frutti donati. Quando i romani conquistarono la Gallia, le due feste nel corso del tempo si unirono e con l’avvento del cristianesimo si arricchirono di un significato spirituale.

Come in Italia, anche in Francia, il 1° novembre, Fête de la Toussaint, è il giorno in cui si festeggiano tutti i santi riconosciuti dalla Chiesa Romana e non; il giorno successivo, invece, Le Jour des Morts, è dedicato alle anime dei defunti. Solamente la prima è festa nazionale, con il risultato che i credenti usano riunire entrambe le feste al 1° novembre e approfittano della giornata libera per far visita ai propri defunti.

In Abruzzo nei cimiteri delle città più grandi e popolose al pari di quelli dei paesi più sperduti si vivrà un rito senza tempo, tra navette anti traffico e preghiere: la visita ai propri cari defunti. 

Anche il crisantemo, il più classico tra i fiori del cimitero paga il prezzo dei rincari. Quest’anno prenderne un mazzetto e lasciarlo su una delle tombe di un amico o un parente sarà ancor più dispendioso. E i banchi dei fiorai lanciano l’allarme per una crisi nera che sono costretti a vivere ormai da tempo. «Si cercano soluzioni per risparmiare, come i semprevivi secchi, che durano molto di più» dicono i fiorai che abbiamo sentito in giro per l’Abruzzo all’ingresso dei cimiteri.

«L’ottobrata ha contenuto un pò i costi energetici, ma ci sono stati comunque profondi rincari, a cominciare dai costi del gasolio – sottolinea Cristiano Genovali, presidente nazionale di Affi, l’associazione dei floricoltori e dei fioristi italiani -. Abbiamo registrato una riduzione delle produzioni tra il 15 e il 20% e c’è stato un aumento del costo del prodotto all’ingrosso tra il 10 e il 15%. Abbiamo cercato di contenere i rincari quanto più possibile».

Ma ai consumatori interessa poi l’intera filiera che a cascata ne risente.  Un mazzetto di garofanini è arrivato a costare anche 8 euro (prima l’acquisto si concludeva con 5 euro). Un mazzo di margherite che prima costava 3 euro, ora viene 4. I crisantemi Ping Pong sono in vendita a due euro, gli Smith (più grandi), intorno ai quattro. Sui mazzetti delle roselline, invece, ci sono diverse condotte di pensiero ma mai all’insegna del risparmio.

I rincari hanno colpito anche i classici lumini. Le versioni più piccole sono passate, nei migliori dei casi, da un euro a 1,50, con picchi di due. Le versioni “medie” da 3,50 sono passati a 5. I più grandi, quelli che hanno una durata di 15 giorni, che solitamente costavano sette euro, ora sono passati a nove.

E se i Comuni, ad esempio a Pescara e Chieti, si sono attrezzati con navette anti traffico e momenti di raccoglimento in preghiera e in musica per accompagnare il rito della visita ai cimiteri, c’è chi si è potuto concedere un lungo ponte per visitare città d’arte o rilassarsi nelle campagne d’autunno. In 8 milioni, dicono le stime di categoria, si sono mesi in viaggio: l‘89,8% resterà nel Belpaese mentre il 10,2% andrà all’estero. Chi resta in Italia sceglie soprattutto il mare, le località d’arte e la montagna. Il giro di affari complessivo, si stima, sarà di circa 3,77 miliardi di euro, ma sarebbe potuto essere maggiore se non fosse stato per l’aumento dei prezzi. Lo afferma un’indagine di Federalberghi: scelto anche l’Abruzzo dei laghi e della sua natura tanto affascinante in questi giorni di autunno, almeno sul calendario! 

CENNI STORICI – Le sue origini non si trovano nei testi biblici, venne istituita dalla Chiesa e inizialmente celebrava tutti coloro che erano morti come martiri. Solo in seguito fu estesa a tutti i santi conosciuti e sconosciuti. Nel 610 d.C. fu Papa Bonifacio IV, che decise di festeggiare la commemorazione dei santi inizialmente il 13 maggio e solo dopo un secolo la data venne spostata da Papa Gregorio III al 1° novembre come anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro, alle reliquie dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori“.

Il 1º novembre venne poi decretata festa di precetto da parte del re dei Franchi e imperatore dell’Impero carolingio Luigi il Pio nell’835: “su richiesta del papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i vescovi” che la estese facendola diventare una festa mondiale. Si deve però arrivare nel XX secolo con Papa Pio X affinché la commemorazione fosse aggiunta all’elenco delle otto feste cristiane – Epifania, Pasqua e Pasquetta, Pentecoste, Assunzione-Ferragosto, Tutti i Santi, Immacolata Concezione, Natale – e allo stesso tempo diventò un giorno festivo.

Ognissanti è celebrata in tutto il mondo cristiano, seppur con tradizioni diverse. In Austria, ad esempio, si regalano ai bambini delle paste lievitate intrecciate. In Belgio invece la giornata è dedicata alla visita dei defunti nei cimiteri, come in Italia, anche perché il 2 novembre non è festivo. Infine, in Guatemala è tipico il volo degli aquiloni, che simboleggia il punto di connessione tra morti e vivi.