Teramo: sequestro preventivo di 700mila euro alla società Mo.Te

La Procura di Teramo ha disposto il sequestro preventivo di 700mila euro alla società Mo.Te, Montagne Teramane e Ambiente, accusata di aver usato fondi regionali destinati alla costruzione di una piattaforma ecologica per ripianare i debiti della stessa società, a cominciare dal pagamento degli stipendi dei dipendenti

 

L’inchiesta, che vede indagato l’ex amministratore Ermanno Ruscitti per il reato di malversazione di erogazioni pubbliche, è partita da un controllo della guardia di finanza dell’Aquila sul corretto utilizzo dei contributi erogati dal Programma di attuazione regionale del Par Fsc 2007/2013. La società Mo.Te, a capitale pubblico e di cui il Comune di Teramo è azionista di maggioranza, è composta da 21 Comuni dell’entroterra teramano e gestisce il servizio raccolta rifiuti di 13 di essi. La società è al centro di un progetto di fusione con la Teramo Ambiente e di un acceso dibattito politico nato proprio intorno a questa unificazione. Il sequestro preventivo, chiesto dal pm Stefano Giovagnoni, è stato disposto dal gip Roberto Veneziano ed eseguito dalla polizia economico-finanziaria della guardia di finanza dell’Aquila. Secondo gli investigatori, la società teramana avrebbe ricevuto dalla Regione un contributo pubblico di circa un milione di euro per la realizzazione di una piattaforma ecologica per il trattamento imballaggi a Teramo, ma ne avrebbe utilizzato l’importo di 700mila euro per coprire i debiti della stessa società, violando così il decreto 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Destinatari del provvedimento di sequestro sono sia l’indagato Ruscitti sia la società Mo.Te. L’amministratore unico del Mo.Te, Ivan Di Cesare, ha dichiarato che le contestazioni riguardano fatti precedenti alla sua nomina e che non risulta essere indagato. Ha inoltre precisato che il provvedimento del gip non ha sospeso le attività dell’azienda, essendo il sequestro limitato a somme di denaro e altri beni immobili e/o mobili, e che il servizio pubblico proseguirà nell’interesse della collettività. Di Cesare ha aggiunto che sarà rappresentato agli inquirenti che la società dispone di un modello organizzativo 231 e che potrebbe beneficiare della sospensione del provvedimento, consentendo l’erogazione di un regolare servizio. Ha infine espresso la sua fiducia che la Procura e il gip possano recepire le sue urgenti istanze. Tra oggi e domani le difese, decideranno sulla presentazione del ricorso al Riesame.