Teramo: al Mazzini convegno sul servizio sanitario tra criticità e prospettive

La carenza di personale medico è stato uno degli argomenti al centro del convegno svoltosi nella sala riunioni dell’ospedale Mazzini a Teramo organizzato dalla Fiaso (Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere) e dalla Asl di Teramo

Tra i relatori il Ministro della Salute, Roberto Speranza, che in collegamento da Roma ha voluto fare il punto sul lavoro messo in campo dal governo: anche grazie al Pnrr ora sta investendo sulle risorse umane per la preparazione di nuovo personale sanitario. Un Ssn che ha ormai una lunga storia, e che guarda al futuro – si è detto in convegno – a partire dalla grave crisi provocata dalla pandemia, che non si è sostanziata solo in una sfida sul piano scientifico. In termini di sanità pubblica ha coinvolto, infatti, i sistemi sanitari anche sul piano dell’organizzazione dell’assistenza ospedaliera e territoriale. Sono state affrontate anche questioni centrali per le misure finalizzate al potenziamento dell’offerta di servizi sanitari territoriali, con particolare attenzione per quelle riguardanti la creazione di una rete capillare di strutture e servizi e per i processi che dovranno garantirne un cambio di passo nella qualità e sicurezza dei percorsi di presa in carico, a cominciare dalla possibilità di seguire le cronicità sul territorio, riducendo i ricoveri impropri.

In apertura, il ministro della Salute Roberto Speranza si è soffermato sugli investimenti. “Siamo a uno snodo senza precedenti per il nostro servizio sanitario nazionale. Per la prima volta dopo molti anni si è aperta una nuova stagione di investimenti, ci sono risorse senza precedenti che arrivano sul Ssn. Quando sono diventato ministro, due anni e mezzo fa, avevamo 114 miliardi di euro sul fondo sanitario nazionale. Si metteva mediamente 1 miliardo di euro in più l’anno, circa lo 0,8%. Dopo 2 anni e mezzo sul fondo sanitario nazionale abbiamo circa 10 miliardi in più. C’è stata oggettivamente una crescita significativa della quantità di risorse ordinarie che permanentemente lo Stato investe sulla salute. Per me un fatto positivo che segnala la direzione giusta, ma bisognerà fare di più con le prossime leggi di bilancio, perché questa somma possa crescere e perché passi l’idea che ogni euro in più che lo stato mette sulla salute non è spesa pubblica ma investimento sulla qualità della vita delle persone”.

“Insieme a queste risorse ordinarie abbiamo quelle straordinarie – ha proseguito Speranza – 20 miliardi in più del Pnrr che ci consentiranno fino al 2026 di far fare il salto di qualità al nostro Ssn. Per la prima volta quest’anno finanziamo nella lunga storia della programmazione europea anche un PON espressamente dedicato alla salute, 625 milioni di euro per il recupero di screening oncologici nelle regioni del Sud, per i consultori, per le politiche di genere e la salute mentale. La sfida della riforma del servizio sanitario nazionale non si può fare se non si mette al centro quella che per noi è davvero la leva fondamentale: il nostro personale. Dobbiamo superare un modello di programmazione della spesa sanitaria che è stato costruito negli anni con silos chiusi e tetti di spesa, sto lavorando perché si provi a costruire un modello diverso e dovremo investire più che possiamo nelle nostre risorse umane. Elemento di importante cambiamento degli ultimi anni anche l’investimento sulle borse di specializzazione in medicina: nell’ultimo anno ne sono state finanziate 17.400, il triplo di tre anni fa, il doppio di due anni fa. È il tentativo di recuperare un errore commesso in passato che aveva consentito la costruzione del cosiddetto imbuto formativo”.