A oltre nove anni dal terremoto del Centro Italia, 12 famiglie di una palazzina Ater di via Arno a Teramo dovranno lasciare le abitazioni per urgenti lavori di messa in sicurezza
La decisione nasce dall’esito di una nuova perizia tecnica trasmessa dall’Ater al Comune, che ha evidenziato un aggravamento delle condizioni dell’edificio e la necessità di interventi di messa in sicurezza e consolidamento incompatibili con la permanenza delle famiglie residenti nello stabile Ater di via Arno 6/8.
Una situazione che affonda le radici nel sisma del 2016 e che solo recentemente ha trovato una piena e definitiva valutazione sul piano della sicurezza. Già nel mese di giugno, dopo un sopralluogo richiesto dalla nuova governance dell’Ater in seguito alle sollecitazioni degli stessi residenti, l’edificio aveva visto la revisione della scheda Aedes ed era stato dichiarato temporaneamente inagibile, ma ancora abitabile con provvedimenti di pronto intervento. In quella fase il sindaco aveva firmato una prima ordinanza per la messa in sicurezza senza prevedere il trasferimento delle famiglie.
Durante l’esecuzione di quegli interventi, però, su richiesta degli inquilini, l’Ater ha disposto un ulteriore approfondimento tecnico. La nuova relazione ha certificato un peggioramento dello stato strutturale della palazzina, rendendo inevitabile lo sgombero immediato per tutelare l’incolumità degli occupanti.
I passaggi operativi e le misure di sostegno sono stati definiti nel corso di un incontro istituzionale tra il sindaco D’Alberto, l’assessora alle Politiche sociali Stefania Di Padova, alcuni consiglieri comunali, il presidente dell’Ater Alfredo Grotta, il consiglio di amministrazione dell’ente e i tecnici comunali. Le famiglie saranno ricollocate temporaneamente in immobili Ater destinati all’emergenza post-sisma nei comuni di Bellante e Mosciano. Sul fronte economico, l’Ater ha confermato che le risorse necessarie per gli interventi di messa in sicurezza e consolidamento della palazzina sono già disponibili.
«Alle famiglie sarà garantito l’ex contributo di autonoma sistemazione», ha spiegato il presidente dell’Ater Grotta, sottolineando come l’attuale situazione derivi da «un errore di valutazione risalente al 2016», corretto solo attraverso le verifiche più recenti. «Siamo consapevoli dei disagi – ha aggiunto – ma la sicurezza viene prima di tutto».
