Teramo, sanità mobile, la Asl rafforza il servizio: più comuni coinvolti e medico a bordo

A quasi due anni dall’avvio dei camper sanitari destinati alle aree interne della provincia, la Asl di Teramo ha annunciato una nuova estensione del progetto degli ambulatori mobili per le aree interne della provincia

Avviata nel gennaio 2024 con tre camper attrezzati, l’iniziativa ha garantito negli ultimi due anni l’accesso ai servizi sanitari di base ai cittadini residenti in territori montani caratterizzati da bassa densità abitativa. Il bilancio della prima fase è considerato particolarmente significativo: quasi 18 mila prestazioni complessive, tra cui 5 mila prelievi, 4 mila servizi sanitari generici e 3.500 prenotazioni Cup. La presenza dei camper è stata molto apprezzata dalla popolazione, segno che il progetto ha risposto concretamente ai bisogni dei cittadini più fragili e con difficoltà negli spostamenti.

La nuova fase del progetto, resa possibile grazie alla collaborazione con i sindaci del territorio che hanno destinato parte dei fondi Snai agli ambulatori mobili, prevede un ampliamento: i comuni serviti salgono a 15 e la qualità dell’offerta viene ulteriormente potenziata: sui camper, dotati di elettrocardiografo ed ecografo, sarà garantita la presenza di un medico dell’Unità di continuità assistenziale (Uca) con possibilità di attivare servizi di telemedicina. Le attività continueranno a essere gestite dalla cooperativa Momiss che metterà a disposizione operatori socio-sanitari e infermieri I comuni in cui il servizio sarà garantito per i prossimi 20 mesi sono: Castilenti, Montefino, Arsita, Castiglione Messer Raimondo, Civitella del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Pietracamela, Rocca Santa Maria, Valle Castellana, a cui si sono aggiunti Torricella Sicura, Colledara, Penna Sant’Andrea e Castelli.

Maurizio Di Giosia Direttore Generale Asl Teramo, introducendo i dati del progetto, ha evidenziato: “Nei quasi due anni in cui i camper hanno girato per 11 comuni possiamo dire che abbiamo centrato l’obiettivo di portare l’assistenza primaria sempre più vicina al domicilio del cittadino, tanto più che si tratta di persone spesso fragili, perché anziane e malate, per le quali spostarsi fino al presidio sanitario più vicino rappresenta un problema”. Soffermandosi sugli obiettivi della nuova fase ha poi sottolineato: “Il fine è sempre lo stesso: assicurare un servizio sanitario di prossimità al cittadino residente in zone a bassa densità abitativa, in cui in pochi risiedono in un vasto territorio caratterizzato oltretutto da una viabilità difficile, tipica delle zone di montagna per cui tra un comune e l’altro spesso si deve scendere a valle per poi risalire”.

Filippo Lucci  Amministratore Unico del Consorzio Punto Europa (COPE)ha evidenziato l’importanza della continuità del progetto, frutto di un lavoro di squadra efficace: “Questa nuova fase conferma che il progetto ha funzionato grazie a una grande sinergia e alla capacità di mettere in campo le risorse migliori. Garantiamo un presidio stabile sotto casa dei cittadini, permettendo a molti di tornare a curarsi con regolarità. I 20 mesi di finanziamento assicurano continuità e solidità consentendoci di guardare al futuro con fiducia”.

Catiuscia Cacciatore Sindaco di Arsita ha sottolineato il valore concreto del servizio per le comunità montane: “È un servizio reale, il modo giusto di intervenire nelle aree interne. Le persone hanno avuto meno difficoltà e si sono sentite più vicine alla Asl. I dati del mio comune mostrano quanto fosse forte il bisogno di continuità”.

Manuele Tiberii Sindaco di Colledara ha rimarcato il risultato ottenuto grazie a un lavoro condiviso tra i comuni: “Questo è un modello vincente e che può guidare anche il futuro. Ora la vera sfida è programmare cosa accadrà tra 20 mesi ed è per questo che stiamo lavorando con una visione di lungo periodo per i cittadini”.

Federico Di Luigi: