Teramo: paziente aggredisce due volontarie della Croce Rossa

Ennesima aggressione al personale sanitario: a Teramo una paziente ha aggredito due volontarie della Croce Rossa. A segnalare il fatto è l’UGL

Durante la serata di ieri, una paziente in evidente stato di alterazione ha aggredito le due volontarie dell’equipaggio del mezzo. L’equipaggio della Croce Rossa Italiana di Teramo era impegnato in servizio di emergenza territoriale in convenzione con la centrale 118/Asl.

Così una nota dalla Croce Rossa nazionale: “Un episodio che deve farci riflettere sull’importanza di tutelare operatori e volontari impegnati nel soccorso, al pari di infermieri, medici e personale attivi nei presidi sanitari, da casi di violenza. Non è accettabile che chi aiuta sia vittima di aggressioni”, ha detto Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana. “Quella della violenza agli operatori sanitari è, purtroppo, una ferita aperta che è necessario sanare per il bene di chi soccorre ma anche di chi viene soccorso: aggredire un operatore in servizio significa compromettere l’operato e, in alcuni casi, impedirne l’efficacia”. “Alle operatrici del Comitato di Teramo della CRI la mia più sincera vicinanza e quella della Croce Rossa Italiana tutta – ha concluso Valastro -. Un ringraziamento al Comitato Regionale Abruzzo della CRI che sta attivando gli psicologi del SEP per fornire supporto alle operatrici coinvolte in questo triste episodio”.

Nel 2024 sono state 25.940 le aggressioni totali verificate tra sanità pubblica e privata, con un aumento preoccupante. Se nel 2023 le aggressioni erano state 18mila nella sanità pubblica, solo in quest’ultima si era registra nel 2024 un aumento di ben 5.940 aggressioni (+33%)(*). Una crescita purtroppo in linea con il trend europeo (+32%) e mondiale (+39%).

L’episodio, che segue una serie ormai preoccupante di aggressioni sul territorio nazionale, innalza ulteriormente il livello di allarme per la sicurezza degli operatori sanitari nella provincia di Teramo.

«Non è più tollerabile che il personale impegnato nel soccorso venga aggredito mentre svolge il proprio lavoro», dichiara Stefano Matteucci, segretario UGL Salute Abruzzo. «Questo fatto ripropone inoltre il tema della composizione degli equipaggi: perché continuare a impiegare mezzi con solo due soccorritori? E perché — nonostante la convenzione con la ASL che prevede rimborso chilometrico, quota per intervento e presenza in standby — non è stato fornito alcun supporto alle ragazze durante la notte da parte della locale sezione Cri?».

Secondo quanto riferito, a causa dell’aggressione l’ambulanza convenzionata non è risultata più operativa per il resto della nottata, venendo meno agli obblighi previsti dalla convenzione Asl e riducendo la presenza di mezzi previsti sul territorio comunale da una legge regionale.

«Chi deve controllare tutto questo?», chiede il sindacato.

Il caso di Teramo non è isolato: in Italia, secondo le più recenti rilevazioni nazionali, si registrano ogni anno oltre 20.000 aggressioni ai danni del personale sanitario, tra strutture ospedaliere e servizi territoriali.
Un numero che, nonostante le recenti norme nazionali a tutela, conferma una vera e propria emergenza, amplificata da episodi legati a stati di alterazione dovuti ad alcool, stupefacenti e situazioni di forte disagio sociale soprattutto tra la fascia giovanile.

UGL Salute Abruzzo esprime infine piena solidarietà e auguri di pronta guarigione alle due volontarie coinvolte nell’aggressione.

«La scia di violenze ai danni del personale sanitario deve essere fermata — conclude Matteucci — prima che la mancanza di sicurezza comprometta definitivamente la capacità di garantire il servizio di emergenza alla popolazione».

A causa dell’aggressione, l’ambulanza non è stata operativa per il resto della nottata, riducendo la disponibilità dei mezzi previsti sul territorio comunale. “Chi deve controllare tutto questo?”, domanda UGL Salute Abruzzo, che ricorda come il fenomeno delle violenze contro il personale sanitario rappresenti un’emergenza nazionale: oltre 20mila aggressioni l’anno secondo le più recenti rilevazioni. Il sindacato esprime solidarietà alle due volontarie e auspica misure più incisive per garantire la sicurezza degli operatori. “La scia di violenze deve essere fermata – conclude Matteucci – prima che la mancanza di sicurezza comprometta definitivamente la capacità di garantire il servizio di emergenza alla popolazione”.