Teramo: Di Rocco condannato a 14 anni per l’omicidio del padre

A Teramo la Corte d’Assise ha condannato in primo grado Francesco Di Rocco a 14 anni di reclusione per l’omicidio del padre Mario

La Corte d’assise del Tribunale di Teramo, presieduta dal giudice Francesco Ferretti, ha condannato in primo grado Francesco Di Rocco a 14 anni di reclusione. Di Rocco è il 49enne reo confesso per l’omicidio del padre Mario, 83 anni, ex capostazione dello scalo ferroviario cittadino, descritto come una figura autoritaria e opprimente.

Prima delle arringhe finali e della requisitoria del pubblico ministero Monia Di Marco, è stato ascoltato lo psichiatra Luigi Olivieri, incaricato di valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dei fatti. La richiesta del Pm è stata di 14 anni di reclusione.

L’avvocato difensore Federica Benguardato aveva chiesto l’assoluzione per infermità mentale, invocando comunque l’omicidio preterintenzionale e non volontario come richiesto dal pm, perché il suo intento sicuramente non era di uccidere il padre.

Francesco Di Rocco, studente fuori corso di medicina veterinaria, ha sempre sostenuto di non avere voluto uccidere il padre, ma di essere stato sopraffatto dalla rabbia durante l’ennesimo violento litigio.

La sera del 21 novembre 2023, nell’appartamento di viale Crispi, sopra la stazione ferroviaria, colpì il genitore con 92 coltellate, secondo quanto accertato dall’autopsia. Fu lo stesso Di Rocco a chiamare i soccorsi, ma l’anziano morì poche ore dopo all’ospedale Mazzini.