Teramo: al meeting internazionale “La scienza per la pace” anche il Ministro Messa

“Per me è un onore essere qui, sia per il tema che mi ha proposto monsignor Leuzzi al quale non ho potuto dire di no, ritenendo scienza e pace le migliori parole che possiamo avere come uomini e donne, sia perché mi dà l’occasione di essere in un’area del nostro Paese che ha investito e investirà sull’innovazione, la conoscenza, la ricerca”. Così il ministro dell’Istruzione e della ricerca, Maria Cristina Messa, nel suo intervento al meeting “La Scienza per la Pace”, all’Università di Teramo.

Un momento di grande importanza per la Chiesa di Teramo-Atri, per tutto il mondo accademico e per quello della ricerca scientifica. Nelle giornate di oggi e domani  l’Università degli Studi di Teramo e il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata protagonisti del Meeting Internazionale “La scienza per la pace”, organizzato dall’Ateneo teramano e dalla Diocesi aprutina.

“Io credo che la scienza voglia dire sia avere un fine alto, come comprendere, capire, soddisfare la propria curiosità, sia avere un metodo, uno strumento che cerca di avere delle basi per stabilire risultati in maniera evidente. Non c’è niente di assoluto – ha aggiunto il ministro – in realtà tutto può essere rivisto alla luce delle nuove tecniche e in questo la fede può trovare uno strumento ulteriore”. “Il fatto che siate presenti qui oggi è sia positivo per questo territorio, ma in generale anche per il ministero che in questo momento io dirigo” ha aggiunto Messa, evidenziando poi come la rete creata sul territorio teramano sarà fondamentale anche in vista delle risorse che arriveranno dall’Europa.

“Siamo il Paese che ha ricevuto più fondi di tutti dall’Unione Europea – ha aggiunto – dobbiamo saper dimostrare di saperli usare bene senza sprecare un centesimo. Per questo non basta una persona, non basta un ministero, serve veramente una comunità non solo scientifico accademica, ma anche istituzionale. E lo dico in maniera particolare qui oggi, a Teramo, perché è lo spirito di comunità che vi ha permesso di andare avanti”. Nel suo intervento il ministro ha poi sottolineato l’importanza del ruolo sociale della scienza “diventato più chiaro ed evidente a tutti in pandemia, soprattutto in un Paese come il nostro che è stato sempre poco interessato alla ricerca. Noi abbiamo il dovere di aumentare il numero dei laureati in Italia, di rendere accessibili ai nostri giovani tutte le strutture che possiamo mettere a disposizione, dobbiamo creare la possibilità di fare ricerca”.

Parlando dell’entità degli stanziamenti finanziari in favore dell’Università e della Ricerca Scientifica, Marco Marsilio ha detto che “questo è sempre stato un grande tema che ha posto l’Italia in ritardo rispetto agli altri Paesi sviluppati e al resto dell’Occidente: la percentuale di prodotto interno lordo destinata all’Università, all’istruzione e alla ricerca scientifica è sempre stata molto al di sotto della media europea, ma ci aspettiamo che in futuro si possa cambiare passo e che possano arrivare maggiori risorse”.

A proposito dei centri di ricerca che in Abruzzo svolgono una funzione importante nella conquista di nuovi spazi del sapere, l’assessore Quaresimale che detto che durante la pandemia, “un centro come l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, attraverso la ricerca ha consentito all’Abruzzo di essere tra le prime Regioni che sono state in grado di isolare i contagi”.