Taglio fondo Protezione civile, chiesta mediazione al Prefetto dell’Aquila

In merito al taglio del fondo salario dei dipendenti dell’Agenzia di Protezione Civile, la FP Cgil ha chiesto un tentativo di conciliazione al prefetto

Ad annunciare la richiesta è una nota della Cgil Funzione Pubblica:

“È stata fatta richiesta al Prefetto dell’Aquila di avvio delle procedure di conciliazione e raffreddamento ai sensi della Legge 146/90 e successive integrazione e modificazioni – spiega Luca Fusari, Segretario Generale FP Cgil Abruzzo Molise – La previsione normativa che ha ridotto di ben 150.000 € il salario accessorio dei dipendenti per le annualità 2025,2026 e 2027 è stata, purtroppo, confermata nell’ultimo Consiglio regionale.

La conseguenza è un blocco sostanziale della contrattazione decentrata integrativa e l’impossibilità di garantire le indennità previste, per i turni di reperibilità della Sala Operativa e del Centro Funzionale e gli straordinari, il cui pagamento avviene con molti mesi di ritardo, l’impossibilità di attivare i turni notturni in caso di emergenze con le adeguate coperture contrattuali;  il mancato riconoscimento di indennità per funzioni ad alta responsabilità”.

La FP Cgil sottolinea come questa situazione produca un duplice vulnus: da un lato compromette la tenuta operativa del sistema regionale di Protezione civile; dall’altro viola il Protocollo sottoscritto tra Regione, Agenzia e Organizzazioni sindacali in occasione del trasferimento del personale, protocollo espressamente finalizzato alla valorizzazione della specificità professionale degli operatori e del buon andamento dell’Agenzia stessa,

“A distanza di ben 6 anni, l’Agenzia è stata istituita con la legge regionale numero 46 del 2019, i dipendenti continuano a rimanere in uno stato di incertezza rispetto ai propri compensi accessori e con un organico sottodimensionato rispetto a quello previsto, purtroppo la sensazione che si ha è di un totale fallimento del modello delle Agenzie regionali, le quali non producono maggiore efficienza ma solo moltiplicazione dei posti apicali” conclude Fusari.

Marina Moretti: