Questa mattina, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sulmona hanno arrestato un 18enne e due minorenni, ritenuti responsabili, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo aggravata, violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minori di anni 14, produzione di materiale pedopornografico, detenzione di materiale pedopornografico ed atti persecutori. Si tratta della vicenda giudiziaria che vede come vittima una ragazzina di 12 anni i cui video delle violenze furono fatti girare in chat e on line
Gli arrestati sono stati rintracciati nelle rispettive abitazioni, in diverse località della provincia aquilana, e condotti, rispettivamente, presso la casa circondariale di Sulmona e presso l’Istituto Penale Minorile di Roma – Casal del Marmo, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Inizialmente a finire nel registro degli indagati furono un 18enne ed un 14enne, ai quali poi si aggiunse anche un 17enne ritenuto l’autore materiale di uno dei video pubblicati anche su un gruppo WhatsApp.
Le misure cautelari detentive sono state disposte dai Giudici per le indagini preliminari del Tribunale di L’Aquila e del Tribunale per i Minorenni del capoluogo sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dai Carabinieri nella delicata fase delle indagini, coordinata sinergicamente dalle Procure della Repubblica, ordinaria e minorile, di L’Aquila.
L’indagine ha avuto avvio sul finire del mese di agosto, quando la vittima, di età inferiore a 14 anni, ha trovato il coraggio di rivolgersi al numero “114 – emergenza infanzia” e raccontare di essere stata costretta a subire abusi sessuali, anche di gruppo, sotto reiterate minacce di morte e di divulgare, tramite social networks, un video dal contenuto sessualmente esplicito che la ritraeva, realizzato a sua insaputa da uno degli indagati.
La delicata indagine ha permesso di raccogliere importanti riscontri investigativi che hanno permesso l’identificazione degli odierni arrestati, nonché di ricostruire l’intera vicenda, protrattasi per mesi.
“Una storia che semina solo dolore ed è triste anche da un punto di vista culturale. È una vicenda in cui tutti perdono”. Così all’ANSA il procuratore della Repubblica di Sulmona, Luciano D’Angelo, in merito all’arresto avvenuto questa mattina di tre persone — un 18enne e due minorenni — accusate di ripetuti abusi sessuali e ricatti ai danni di una ragazzina di 12 anni a Sulmona. Le violenze sarebbero state riprese dagli aguzzini, che avrebbero poi minacciato l’adolescente di diffondere il materiale se si fosse sottratta agli abusi. A luglio, un video sarebbe effettivamente finito su un gruppo WhatsApp, spingendo la vittima a denunciare.
“In questa vicenda l’aspetto giudiziario è secondario rispetto a quello culturale — ha sottolineato D’Angelo — e in
ogni caso non c’è nulla da gioire: non abbiamo catturato un pericoloso assassino, ma individuato due minorenni e un appena maggiorenne. È una vicenda in cui tutti perdono”. “Io non sono mai soddisfatto quando qualcuno finisce in
carcere, figuriamoci quando si tratta di minorenni”, ha aggiunto il procuratore. “Non so neppure se le parti in causa, all’epoca dei fatti, si siano rese conto del disvalore delle loro azioni”.