Spopolamento aree interne Abruzzo: confronto in Regione

A L’Aquila ieri la giornata di confronto dedicata alle misure contro lo spopolamento delle aree interne in Abruzzo

Il Comitato per la Legislazione del Consiglio regionale dell’Abruzzo ha organizzato la giornata di lavoro e di confronto tra amministratori, associazioni e tecnici: l’obiettivo comune è rafforzare la legge contro lo spopolamento delle arre interne dell’Abruzzo. Il dibattito è stato incentrato anche sulle nuove strategie di rilancio e sul miglioramento di quelle già in campo. 

Cinque i tavoli tematici allestiti per raccogliere proposte su sanità, trasporti e turismo, funzionali  alla proposta di legge che andrà a modificare l’attuale normativa in materia.

La giornata di ieri è stata coordinata dalla presidente del Comitato per la Legislazione, Carla Mannetti, con il vicepresidente Pierpaolo Pietrucci e i componenti Erika Alessandrini, Antonio Di Marco e Maria Assunta Rossi.

Hanno portato i saluti istituzionali il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente; il presidente Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi e il presidente Uncem Abruzzo, Lorenzo Berardinetti, con Luigi Fasciani, vicepresidente nazionale Uncem.

I tavoli: Sanità e Sociale, con la partecipazione dell’assessore regionale Nicoletta Verì; Trasporti; Turismo; Territorio e Agricoltura; Economia.

Tra le varie proposte figurano l’istituzione di una cabina di regia per coordinare le politiche dei Comuni di montagna; l’introduzione della telemedicina nelle aree interne, collegata alla digitalizzazione dei territori; il servizio di trasporto pubblico a chiamata.

“Sono stati molti sindaci a chiederlo – ha aggiunto Mannetti – abbiamo avuto la possibilità di ascoltare esempi virtuosi di un turismo montano che funziona grazie alle esperienze di Scanno e Pescocostanzo”.

Tra le altre richieste: misure di sostegno alle famiglie e incentivi sulla residenzialità legata ad un’attività imprenditoriale, contrasto all’abbandono del patrimonio edilizio con incentivi mirati al recupero.

“Le aree interne e montane dell’Abruzzo – spiega Lorenzo Berardinetti, presidente di Uncem Abruzzo – non possono essere considerate come un problema o un fardello, ma come il vero cuore della regione. È fondamentale un cambio di prospettiva: i territori montani sono un’opportunità di sviluppo e crescita, ma per questo servono politiche reali e una governance che metta al centro le esigenze dei cittadini. Dobbiamo superare la logica degli annunci spot e dare risposte concrete a chi decide di vivere e investire in questi luoghi. La legge attuale è un buon punto di partenza, ma la sua attuazione richiede risorse adeguate e una visione coordinata. Non basta una norma, serve un sistema che supporti i sindaci e le comunità locali. Dobbiamo incentivare la natalità e la residenza, potenziare i servizi sanitari e scolastici e creare una fiscalità di vantaggio per le imprese. Il rilancio del patrimonio immobiliare e la semplificazione burocratica sono passaggi indispensabili”.

Il consigliere regionale Antonio Di Marco, membro del Comitato e vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, commenta l’iniziativa tenutasi a L’Aquila:

“L’evento sullo stato di attuazione della Legge regionale 32/2021 a sostegno delle aree interne è stato un confronto proficuo da cui affiorano tante priorità e tempi serrati. La conclusione condivisa è chiara: la legge rappresenta un passo avanti importante, ma da sola non basta. Per contrastare davvero lo spopolamento servono risorse adeguate, politiche coordinate e una visione di lungo periodo capace di ricostruire comunità, servizi e opportunità nei territori più fragili. La sfida che abbiamo davanti è trasformare la montagna in un luogo in cui si possa vivere, lavorare e costruire futuro e per farlo dobbiamo mettere le persone e le comunità al centro delle politiche pubbliche. Ringrazio la presidente del Comitato di legislazione del Consiglio regionale, Carla Mannetti per averci dato modo di alimentare questo confronto con i territori, perché ha compreso l’importanza di stabilire un rapporto di dialogo e confronto e ringrazio i sindaci che hanno saputo descrivere una situazione reale, formulando proposte possibili e ancorate alla realtà. Le audizioni compiute in questi mesi sulla legge e l’evento di oggi hanno evidenziato criticità strutturali profonde: denatalità, progressiva riduzione della popolazione scolastica, carenza di lavoro e di servizi essenziali continuano a spingere via la popolazione dalle aree interne. La legge rappresenta il primo intervento organico regionale sul tema, tuttavia, come evidenziato anche da esperienze come quella di Città della Majella, il testo, non soddisfa ancora pienamente le esigenze reali delle aree interne. Per questo, il Comitato per la legislazione può e deve svolgere un ruolo di coordinamento concreto e risolutivo, coinvolgendo i territori e rendendo più efficiente il raccordo tra leggi, fondi e misure attuative. È fondamentale, inoltre, lavorare affinché le eventuali modifiche alla legge siano il più possibile funzionali alle esigenze reali dei sindaci, primi a intercettare bisogni e a proporre soluzioni applicabili. Una strategia indispensabile anche per il rilancio delle città medio-grandi. In questa prospettiva, è emersa l’urgenza di ripensare la distribuzione delle risorse, investendo nei territori montani per creare sviluppo diffuso e inclusivo, affidando ruoli nuovi a enti come le Province, capaci di connettere progetti locali e visione regionale.

Punto centrale del confronto è stato la necessità di incentivare le comunità che scelgono di restare o tornare a vivere nei piccoli comuni, potenziando politiche strutturali come assegni di natalità, agevolazioni per la residenza e contributi sociali per chi decide di insediarsi e investire nelle aree interne. Parallelamente, si è ribadita l’importanza di aggiornare l’elenco dei comuni montani, creare una cabina di regia regionale e rafforzare la governance locale, garantendo servizi fondamentali come medici di base, scuole e spazi di lavoro condivisi. Dal tavolo sulla sanità e sociale di cui ero parte con l’assessora Verì è emersa chiaramente anche la necessità di elaborare proposte concrete e sostenibili per le famiglie delle aree interne, come quella del sindaco di Scanno per un pacchetto di misure integrate che comprenda il potenziamento dei trasporti, il sostegno al riscaldamento domestico, l’introduzione della figura dell’infermiere di comunità e l’esenzione del bollo auto per chi vive stabilmente in questi territori. Proposte che vanno nella direzione di un welfare di prossimità, per favorire l’accessibilità ai servizi essenziali e migliori la qualità della vita.

Fra le istanze anche quella di una fiscalità di vantaggio e incentivi legati non solo alla residenza, ma alla creazione di imprese e occupazione, oltre al rilancio del patrimonio immobiliare e alla semplificazione delle procedure burocratiche. Turismo, cultura e agricoltura sono stati indicati come leve di sviluppo integrato per costruire un’economia sostenibile e radicata nel territorio”.

Anche il presidente di Anci Abruzzo e sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è intervenuto all’Emiciclo dell’Aquila, sede del Consiglio regionale d’Abruzzo, durante la giornata di lavoro dedicata alla legge regionale 21 dicembre 2021 n. 32, recante “Misure urgenti per contrastare lo spopolamento dei piccoli Comuni di montagna”.
“Il destino dei comuni montani – ha detto Biondi – è indissolubilmente legato a quello delle città medie: senza un’azione coordinata e senza rafforzare le funzioni delle città medie come punti di riferimento per le aree interne, non possiamo fermare lo spopolamento e garantire lo sviluppo di ogni realtà abruzzese, serve una visione integrata per le politiche territoriali”.
Biondi ha sottolineato poi la necessità di ripensare il sistema di attribuzione delle risorse territoriali, evitando di trattare i territori come “compartimenti stagni”:
“A livello nazionale esistono programmi per le città metropolitane e la strategia nazionale per le aree interne, e da poco è stato reintrodotto il concetto delle città medie o quello nuovo delle aree urbane funzionali. Non possiamo pensare che questi strumenti si muovano separatamente: aree interne, città medie e città metropolitane sono interdipendenti. Se non riallineiamo strategie, stanziamenti e strumenti, e non rafforziamo le città medie come punti di riferimento per le comunità interne, contrastare lo spopolamento diventa come tentare di fermare il vento con le mani – ha aggiunto il presidente Biondi – Gli indicatori positivi rispetto alle risorse della legge regionale dimostrano che si stanno ottenendo risultati concreti, ma serve uno sforzo corale, insieme alla Regione, per dare continuità a questo dibattito, che sta facendo breccia anche a livello nazionale”.

 

Marina Moretti: